Agcm vs Centrale Italiana. Fine delle Centrali?

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Agcm vs Centrale Italiana. Fine delle Centrali?

Giugno 2014. La figura negoziale della Supercentrale è messa in crisi dal nuovo provvedimento dell’AGCM (leggere qui sotto). Gli aderenti a Centrale Italiana hanno preferito sciogliersi prima delle conclusioni a cui arriverebbe l’AGCM.

In realtà le Supercentrali erano già entrate in crisi da alcuni anni, basta dare un’occhiata alla tabella qui sotto:

Come si vede è stata avviata una inversione di tendenza da almeno sette anni: sono gli stessi gruppi distributivi a crederci sempre meno, contributi dell’IDM a parte. Il leader qualitativo del mercato, Esselunga, è nel secondo gruppo e di fatto quando uscì dalla Supercentrale con Selex iniziò a mettere in discussione il ruolo e le ragioni di fondo della formula organizzativa. I contributi dell’IDM hanno aree grigie e preferenze distoniche rispetto agli andamenti di mercato.

Senza essere buoni profeti, visto che i vantaggi competitivi concessi dall’IDM sono diversi da retailer a retailer, ed è lo stesso mercato ad essere opaco (vedere la pressione promozionale totale, fino all’in store, per accorgersene, è lecito sostenere che l’istituto negoziale delle Supercentrali è in discussione. Ovviamente ne faranno le spese soprattutto i gruppi meno omogenei, con minor quota di mercato e con un territorio non coperto a perfezione, o con negozi che non rispettano gli accordi presi con l’IDM.

Una domanda: visto che le Supercentrali (e le Centrali) funzionano nella stessa maniera, perché un’istruttoria solo nei confronti di Centrale Italiana? Non sarebbe stato meglio e equo che l’AGCM aprisse un dossier sul concetto di Supercentrali? E che dire, visto che nell’avvio dell’istruttoria cita gli interessi dei consumatori, non sarebbe necessario avviare un’indagine sulla pressione promozionale che rende il mercato davvero poco trasparente, nel quale nessun consumatore (tranne per Nutella e per i chewingum della Perfetti e pochissimi altri brand dell’IDM, che non fanno promozioni di prezzo) sa più qual è il prezzo vero dei prodotti-brand che compra?

Così il provvedimento dell’Antitrust-Agcm di metà giugno:

GDO: ANTITRUST AVVIA ISTRUTTORIA NEI CONFRONTI DELLA SUPERCENTRALE D’ACQUISTO ‘CENTRALE ITALIANA’ E DELLE 5 CATENE DISTRIBUTIVE CONCORRENTI PER VERIFICARE L’ESISTENZA DI UNA POSSIBILE INTESA, CON POTENZIALI EFFETTI SIA SUI FORNITORI CHE SUI CONSUMATORI

Si tratta delle catene Coop, Despar, Il Gigante (attraverso la controllata Gartico), Disco Verde e Sigma. Provvedimento notificato oggi alle parti nel corso di alcune ispezioni effettuate in collaborazione con il gruppo antitrust del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di Finanza

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 4 dicembre 2013, ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti della supercentrale d’acquisto ‘Centrale Italiana’ e delle 5 catene distributive che ne fanno parte (4 delle quali socie della società Centrale Italiana), operanti nella Grande distribuzione organizzata: si tratta delle catene Coop, Despar, Il Gigante (attraverso la controllata Gartico), Disco Verde e Sigma. L’istruttoria è stata avviata per verificare l’esistenza di una possibile intesa, con potenziali effetti sia sui fornitori che sui consumatori.

Il provvedimento è stato notificato oggi alle parti interessate nel corso di alcune ispezioni effettuate in collaborazione con il gruppo antitrust del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di Finanza

La Centrale Italiana è un’alleanza tra catene concorrenti nel settore della GDO, creata con il principale obiettivo di centralizzare la funzione di contrattazione delle condizioni di acquisto delle imprese aderenti, per ottenere risparmi di costo nella fase di acquisto delle merci. Delle 5 catene interessate dall’istruttoria, solo Sigma non detiene partecipazioni nella Centrale Italiana ma vi aderisce in base a un contratto di collaborazione e di mandato stipulato con Coopitalia.

Il potenziale d’acquisto delle parti interessate dall’istruttoria si attesta mediamente intorno al 23% dei mercati di approvvigionamento: si tratta di un dato che indica un elevato potere di mercato nei confronti dei produttori, rafforzato dalla distribuzione territoriale delle quote di vendita delle imprese aderenti, di gran lunga superiori al 40 per cento in numerosi mercati locali.

L’istruttoria dovrà verificare se l’alleanza riduca la capacità di competere di produttori efficienti ma contrattualmente più deboli, con effetti negativi, nel medio periodo, sulla varietà e/o la qualità dei prodotti, sugli sforzi di innovazione e sugli investimenti. Ugualmente andrà verificato l’impatto, nei mercati a valle, di un eventuale coordinamento delle politiche di vendite o, quanto meno, di una forte riduzione degli incentivi a competere: ne potrebbe derivare che i prezzi di acquisto più bassi ottenuti dall’accordo di acquisto in comune non siano trasferiti ai consumatori. L’istruttoria dovrà concludersi entro il 28 febbraio 2015.

 

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