Buffalo ’66: una vita di frontiera

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Buffalo ’66: una vita di frontiera

Giulio Rubinelli per la critica filmica, Luigi Rubinelli per gli abbinamenti food

Nevica a Buffalo, ma Billy veste leggero. È un personaggio grottesco quasi impercettibile quello che accarezza la vista dello spettatore nel film di Vincent Gallo. Gli stili si alternano per un cult dallo scopo ben preciso: evitare il superfluo. Ha un sapore leggermente retrò che ci rimanda in Francia, ma l’anno è il 1998. La recitazione scivola veloce, ma il cast è d’eccezione (Christina Ricci, Ben Gazzarra, Rosanna Arquette, Mickey Rourke e Anjelica Houston).

Buffalo ’66  non tiene nulla per sé.  Dei one-man-show classici è un’opera unica. Scordarsi Woody Allen o il nostrano Moretti, Vincent Gallo firma tutto da sé (regia, sceneggiatura, ruolo principale e colonna sonora) con umiltà e all’insegna della trasparenza. Nulla è fatto al servizio del concetto artistico del regista, tutto per il pubblico. 106 minuti dagli svariati cambi di velocità che lasciano cadere e riacciuffano chi guarda sui picchi desolati dell’America silente.

Billy esce di prigione con un solo obbiettivo: la vendetta. Da grande fan della sua squadra di football, punta una cifra esorbitante sulla vittoria al Super Bowl. Per colpa di un giocatore che scoprirà essere corrotto, perde tutto e per ripagare il debito sconta cinque anni al posto di una conoscenza del creditore.

Decide di uccidere il giocatore causa delle sue sfortune, ma prima deve sbrigare alcune faccende. Per cinque anni ha ingannato i genitori facendo credere loro di essersi sistemato a dovere con una donna. Ma manca la donna. Rapisce la Ricci che da subito si innamora di lui per spacciarla ai suoi come sua moglie. Qualcosa cambia per Billy durante quel pranzo e il suo cinismo si veste di nuovi colori: le luci si fanno più accese e riscaldano il freddo bowling di Buffalo.

Un film difficile da vedere da soli. Forse non ne vale la pena. Gallo ha già fatto tutto per conto suo. Il destino del prodotto non è un tete-à-tete con noialtri, ma piuttosto un gioco di ruolo dove noi siamo quelli che Capra chiamerebbe i “John Doe” (l’uomo qualsiasi) e il regista è il cieco proiezionista (Philippe Noiret) di Nuovo Cinema Paradiso.

La colonna sonora raggiunge il suo apice nella scena al bowling con il ballo della Ricci. Una danza d’amore suadente e dal folle richiamo animalesco per Billy (Sindrome di Stoccolma?) che idealmente scivola sul parquet lucido dritto allo strike, inesorabile.

D’obbligo per gli amanti del cinema contemporaneo la visione di questo film che solo in apparenza cerca di confondere, mentre ricostruisce pezzo dopo pezzo una vita di frontiera. Vita che forse Gallo ha riassunto descrivendo se stesso come “radicale, sempre, ma un radicale estremamente conservatore”. Che Buffalo ’66 possa essere un primo approccio alla figura di questo artista a tutto tondo (regista, attore, musicista, pittore, scrittore) è assolutamente auspicabile, se non altro che per chiedersi come un così assiduo sostenitore del Partito Repubblicano possa concepire un’arte talmente trasgressiva e controcorrente. O è forse per questo che proprio sul suo sito personale lo si definisce “uno dei più fraintesi e sottovalutati talenti degli ultimi 25 anni”?

Considerato da Empire fra i 36 più grandi film indipendenti della storia, Buffalo ci riporta ancora qualcosa di italiano (i genitori di Gallo sono entrambi siciliani) dallo stato di New York. L’amore mai come genere o facile soluzione al genere, né come scorciatoia. Tutto è sudore e lacrime nella vita di Billy, ma niente paura- nulla che ci possa rimanere sullo stomaco, anzi, forse il migliore dei digestivi per chi non ha la forza di andare a scommettere 10.000 dollari sulla propria squadra ogni sabato sera.

BUFFALO ’66
com/dram
1998, USA
di Vincent Gallo

sabato 26 gennaio ore 21.00
su SKY CINEMA CULT

LA SCHEDA:

GENERE: fra la commedia e il dramma
TEMPERATURA: medio alta, nonostante il freddo
VELOCITA’: medio- medio bassa, ma la durata e’ nella media
QUALITA’: cult contemporaneo in stile retro’
COLONNA SONORA: originale del regista, Yes e King Crimson. Di conseguenza ha una grossa influenza sul film l’onda progressive rock inglese. Di proposta.
DA VEDERE CON: la forte componente romantica invita alla coppia

Abbinamenti indispensabili

. Vino: Collio Sauvignon, Cantina produttori di Cormons, 2010. Sentori erbacei e di frutta fresca. Contrasta sia il Raschera sia Il Lindt Excellence Sale.

. Formaggio: Raschera, Caseificio Vincenzo Quaglia, Scarfanigi (CN), formaggio di latte vaccino, a volte addizzionato con latte ovino o caprino, massimo 32% grassi, stagionatura di 3-6 mesi.

. Cioccolato: Lindt, Excellence Sale, con aggiunta di sale marino, un gusto diverso, intenso, che rimane nel retrogusto a lungo.

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