Carrefour vuole abbandonare l’Italia? Operazione difficile.

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L’operazione Auchan-Conad, all’epoca, generò un forte scalpore per via della sua scala significativa. Si potrebbe verificare uno scenario analogo nel caso di Carrefour Italia? Probabilmente no ma, come sempre, nulla è impossibile. Analizziamo l’opzione Kaufland.

In un articolo uscito su RetailWatch lo scorso novembre dal titolo “Carrefour & gli errori da evitare nel Franchising“, analizzavamo le varie sfide che il gruppo francese affronta nell’implementazione di una strategia focalizzata grandemente sull’affiliazione, tenuto conto della politica commerciale adottata dall’insegna relativamente ai prezzi, spesso non proprio competitivi.

Tra le sfide citate, c’è quella di attrarre nuovi franchisee quando la propria gestione diretta, in realtà, produce in molti casi delle perdite rilevanti. Nell’articolo di cui sopra, infatti, riportavamo i numeri della società più importante del gruppo Carrefour Italia, GS SpA, la quale nel 2023 ha generato 128.7 milioni di perdite che si andavano a cumulare con il passivo di 115.8 milioni, realizzato l’anno precedente.

Oggi Carrefour si trova a fronteggiare un’altra problematica: diversi giornali, infatti, parlano di un potenziale abbandono dell’Italia da parte dell’insegna. Sicuramente, ciò costituisce un ulteriore elemento che non giova al procacciamento di affiliati sul territorio della Penisola.

Come scrive il Sole24Ore, citando un articolo del settimanale tedesco Lebensmittel Zeitung, ci sarebbero addirittura delle manifestazioni d’interesse avanzate da Lidl, Conad ed Esselunga.

Il problema della valorizzazione ed il rischio “spezzatino”

Se Carrefour Italia fosse effettivamente in vendita, si renderebbe necessario valutarla. Sicuramente, nel contesto odierno, ci sono alcuni elementi che concorrono negativamente nello stabilire un valore per il ramo italiano del gruppo francese, ovvero:

  • La perdita di bilancio citata in apertura segnala che, negli anni, nonostante lo shift strategico verso il franchising, la GS SpA non è riuscita a diventare profittevole. Per ovvie ragioni, una società in passivo vale meno di una che, invece, produce utili.
  • Il 75% della rete Carrefour in Italia è in affiliazione. Questo significa che, qualora subentrasse un altro marchio, i singoli franchisee potrebbero decidere di non entrare a far parte della rete di tale nuovo operatore, preferendo invece altre insegne.
  • Una porzione rilevante della rete vendita è costituita da negozi Carrefour Express i quali, essendo piccoli store di vicinato, quando non posizionati nei centri delle città maggiori, possono essere più facilmente attaccati, a livello commerciale, dai grandi supermercati.

Visto quanto sopra, se un player del mercato dovesse rilevare in toto la rete di Carrefour Italia, tale operatore dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:

  • Gestire un business multiformat che comprenda superette, supermercati, super store, iper e, possibilmente, Cash&Carry.
  • Contare su di un team franchising performante, in grado di proporre agli imprenditori attualmente affiliati a Carrefour (circa 500) un’insegna alternativa che copra più cluster di negozio con buoni risultati economici.
  • La capacità di assorbire finanziariamente l’acquisizione di una rete che andrebbe allineata agli standard dell’azienda subentrante.

Non parliamo, quindi, di Lidl che ha format con parametri rigidi, primo tra tutti la metratura la quale, comunque, non deve essere inferiore a 1.000 mq.

Non si tratta nemmeno di Esselunga che, sebbene in effetti, soprattutto negli ultimi anni, gestisca anche piccoli negozi di vicinato (ad insegna LaEsse) e supermercati di media superficie (es. Roma-Viale Liegi), generalmente concentra il proprio sviluppo sui super store, aprendo superette solo laddove la location presenti determinate caratteristiche in termini di posizione, passaggio pedonale e bacino d’utenza.

Inoltre, Esselunga non gestisce reti in affiliazione e, quindi, non si occuperebbe di proporre la propria insegna ai franchisee che, oggi, sono sotto contratto con Carrefour.

Tra le aziende menzionate in apertura come possibili candidate compratrici, quindi, solo Conad possiede tutte le caratteristiche in questione ma non è detto che il leader consortile abbia la possibilità di acquisire Carrefour dopo aver già assorbito l’ex rete vendita Auchan nel vicino 2019.

Si potrebbe configurare, quindi, l’ipotesi “spezzatino”, ovvero una situazione per la quale la rete verrebbe venduta a pezzi, cedendo i negozi singolarmente o in piccoli gruppi, ad operatori differenti.

Uno scenario possibile

Kaufland (letteralmente “terra di compere” in tedesco), la catena di ipermercati del gruppo Schwarz (Lidl), come riportato da varie testate giornalistiche nel mese di aprile 2025, ha lanciato in Italia il proprio eCommerce. Potrebbe non trattarsi di un caso.

Str. Barbu Văcărescu 120, București 020284, Romania

L’ultima volta che la redazione di RetailWatch ha visitato uno store fisico ad insegna Kaufland è stato poco dopo il periodo pandemico, nell’ambito di una retail road trip europea la quale, come ultima tappa, ha toccato la Romania. In questo Paese, l’operatore tedesco è presente con negozi estremamente frequentati e commercialmente attrattivi. Fu in quell’occasione che, all’interno del team di redazione, nacquero degli interrogativi relativi all’applicabilità del format teutonico sul territorio dello Stivale.

Visto che la superficie dei Kaufland ricade nel segmento iper, sebbene solitamente non si spinga oltre i circa 6.000 mq, il colosso tedesco potrebbe acquisire parte degli ipermercati nostrani di Carrefour, se non tutti, per mettere un piede in Italia con un’operazione di portata eccezionale, facendo seguito all’ingresso sul mercato tricolore del proprio eCommerce.

In RetailWatch continueremo a monitorare le vicende relative a Carrefour nel nostro Paese, per verificare quali dinamiche si celino dietro i rumors degli ultimi tempi inerenti il potenziale abbandono dell’Italia da parte del retailer francese.

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