Censis-Coldiretti: questa è la prossimità

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Censis-Coldiretti: questa è la prossimità

Giugno 2013. Censis ha curato recentemente per Coldiretti una ricerca sulla prossimità, intesa in senso allargato. Ecco i risultati.

La dimensione localistica quotidiana, la prossimità per gli italiani sono legate a cose concrete, è una sorta di comunità materiale funzionale che gli consente di avere a portata di mano beni e servizi considerati essenziali per la propria vita.
Per enucleare il set fondamentale di beni e servizi che compongono questa comunità funzionale è stato chiesto agli intervistati di indicare le attività che essi e le rispettive famiglie realizzano nel raggio di 15-20 minuti a piedi dalla propria residenza (figg. 1-2); in tale raggio ravvicinato la maggioranza degli intervistati fa la spesa alimentare, quella quotidiana, solita (oltre l’85%), svolge le attività spirituali (il 76,6%), ha il proprio medico di medicina generale (71,6%), fa la spesa non alimentare 65,6%), ha
la scuola per i figli o i nipoti (65,2%), dispone di servizi sanitari come laboratori di analisi, ambulatori (56,9%) e dei luoghi in cui praticare la cura del corpo (dalle palestre alle piscine ai parchi per fare jogging ecc.) (54,2%).
Quelle citate sono le attività che una maggioranza di italiani svolge dentro un raggio breve percorribile a piedi in un massimo venti minuti, mentre altre attività come il lavoro o significative per la qualità della vita come la fruizione culturale e il volontariato, sono svolte in un raggio più ampio di spostamento.
L’ampiezza del luogo di residenza incide sulla distribuzione sul territorio di alcune attività, e in particolare per i servizi sanitari, le attività di cura del corpo e quelle del tempo libero di tipo culturale, che per i residenti nei comuni più piccoli sono posti a distanza maggiore.
Pertanto, negozi alimentari e non, scuola, medico, parrocchia e palestra sono i pilastri che definiscono il contesto ravvicinato degli italiani; è invece spezzato il legame tra luogo di residenza e lavoro, perché solo poco più di un terzo degli italiani lavora ad un massimo di venti minuti a piedi da casa.

 


 
La prossimità casa-lavoro è più alta per i residenti nei comuni tra 30 e 100 mila abitanti (43,6%) e tra i residenti al Centro (36%). Anche i luoghi del tempo libero sono per la maggioranza degli italiani fuori contesto ravvicinato, oltre i 15-20 minuti a piedi; infatti, cinema, teatro e museo sono all’interno del territorio ravvicinato per il 34,4% degli intervistati.
La prossimità oggi è fatta di comodità per gli italiani, coincide con la funzionalità che significa avere una catena di provider e di servizi comodamente raggiungibili a piedi che rispondono ai bisogni; è però importante andare oltre questa sia pur significativa dimensione funzionalista, puntando a verificare gli aspetti relativi alla prossimità intesa anche come luogo di condensazione di relazioni umane, personali di vario tipo.
A questo proposito, l’indagine ha consentito di verificare quale tipo di relazioni personali, da quelle primarie, familiari, a quelle amicali, strutturano il territorio prossimo al luogo di abitazione degli intervistati.
Coabita con la madre oltre il 31% degli intervistati, il 42,3% ha la madre che abita ad un massimo di trenta minuti dalla propria abitazione (tab. 1, fig 3); con il padre oltre il 30% ci vive insieme, mentre è oltre il 40% che vive ad un massimo di trenta minuti a piedi dalla sua abitazione; quasi il 37% ha i figli che abitano entro mezz’ora a piedi dalla propria abitazione e quasi il 42% vive con essi; oltre il 54% ha i propri parenti stretti e quasi il 64% ha gli amici stretti residenti in prossimità, ad un massimo di mezz’ora a piedi della propria abitazione.
I dati mostrano che le famiglie italiane, anche quando non coabitano, tendono a vivere a distanza ravvicinata dalle rispettive abitazioni; la prossimità è segnata da rapporti con genitori, figli, parenti stretti, amici; l’antica prossimità, quella fisica, oggi viene riletta a partire dal nucleo essenziale rappresentato dai rapporti familiari, e dalla necessità di avere persone care vicine, perché è nella rete familiare che si svolge gran parte dei rapporti di reciprocità In sostanza, l’evoluzione delle funzioni socioeconomiche delle famiglie con il passaggio alla famiglia soggetto di welfare che opera come provider di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno, spiega anche la tendenza a ricompattare, in termini di distanza dalle rispettive abitazioni, i vari componenti, anche quando non coabitano.

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