Centri commerciali: prima delle àncore le gallerie

Data:


Centri commerciali: prima delle àncore le gallerie

Maggio 2015. Un recente studio di TradeLab per Canali&Co, con la partecipazione di GS1 Indicod Ecr, permette di leggere meglio i trend che sovrintendono allo sviluppo dei centri commerciali. Sono quattro.
 

 
1. Più galleria che ipermercato
I consumatori, interpellati dai ricercatori di TradeLab dicono che abitualmente frequentano i CCi soprattutto per visitare i negozi della galleria (61,2%) piuttosto che per fare unicamente la spesa (38,8%). È un rovesciamento del paradigma che regge il mercato e si passa così dai bisogni ai desideri allo showrooming, alla passeggiata per piacere nei negozi che scorrono a dx e sx.
Come si sa gli ipermercati soffrono perché oltre alla crisi economica e sociale. Le promozioni sono abbastanza simili a quelle dei supermercati e i prezzi, calcolando benzina e tempo per recarsi lontano da casa, non competitivi.
 

 
2. Grande CCi? Si, ma fino a un certo punto
Alla domanda quale dovrebbe essere il centro commerciale ideale? I consumatori interpellati da TradeLab rispondono di essere sempre meno convinti che il centro commerciale ideale dovrebbe essere quello con superfici più grandi. E, infatti, il 40,6% indica il CCi piccolo, come quello favorito. Anche questo dato segnala un grande cambiamento, figlio dei tempi che stiamo attraversando, più specializzazione e più focalizzazione sembrano essere i trend del futuro dell’industry.
 

 
3. Comprare, ma anche fare altro
E anche il terzo trend che RetailWatch vuole commentare è significativo del cambiamento in atto. Quali sono le funzioni, hanno chiesto i ricercatori di TradeLab, le componenti di offerta che devono essere assolutamente presenti e quelle meno importanti?
Il grafico qui sopra dice che ovviamente la funzione più importante è quella di comprare, ma anche il mangiare, l’attenzione al benessere e al bellessere, il divertirsi sono importanti. Infatti queste ultime raggiungono, insieme, il 28,2%.
 

 
4. Troppa standardizzazione
L’ultima risposta della ricerca è però la più pericolosa per l’industry dei centri commerciali. Il consumatore è abitudinario ma non stupido, non baratterebbe un centro vicino a casa per uno lontano a tutti i costi, ma indica ai ricercatori di TradeLab che, attenzione, c’è poca distintività e troppa standardizzazione.
 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

Ci sono limiti al personal branding nel Retail?

Siamo abituati a vedere il nome di Donald Trump su palazzi importanti di Manhattan, alberghi di lusso e merchandising di vario genere. Con la cioccolata del Presidente però, si va oltre, portando sugli scaffali il peso delle istituzioni.

Conviene ancora aprire Pet Store?

I Pet Store hanno avuto un veloce sviluppo, dettato anche dall'impegno diretto di importanti fondi d'investimento. Quali caratteristiche devono avere, però, per rappresentare ancora oggi un buon modello da sviluppare?

Tempi duri all’orizzonte: Fotografia del cliente moderno.

Il PIL cresce poco, la produzione industriale cala e la sfiducia è alle stelle. Come si traducono questi elementi nei comportamenti di spesa e quali carte vincenti può giocarsi il retail?

Il RetailMedia è solo un altro modo per bombardare gli utenti?

La crescita del Retail Media è inarrestabile. Centromarca e Wavemaker presentano uno scenario che mostra un trend positivo. Siamo sicuri però che questo strumento rappresenti il miglior investimento di marketing possibile?