Cibus 2012 ottima performance ma pochi prodotti innovativi. 1°, segue
Maggio 2012. Ottime performance di Cibus 2012. Nel senso che, nonostante la crisi, c’è stato il boom di espositori e di buyer. Molti stand faraonici e di enorme superficie ma molte volte con poche informazioni per accogliere buyer e stampa straniera. Due giorni e mezzo passati fra i padiglioni non sono certo sufficienti per aver visto tutta l’offerta presente, ma cerchiamo di esprimere il nostro parere lo stesso.
– I prodotti nuovi. Un padiglione interamente dedicato al biologico e un altro, parzialmente, al surgelato non sono stati esaustivi del concetto di innovazione o, meglio di soddisfazione dei nuovi bisogni e desideri del consumatore. Biologico è uno di questi e, almeno sotto il profilo della comunicazione, non solo il padiglione dedicato a questa categoria è stato esaustivo ma si trovavano tracce di bio in moltissimi altri stand, alcune volte con contenuti di sola comunicazione (strillo nel pack: bio). RetailWatch crede che il termine bio vada motivato e soprattutto documentato, a maggior ragione in un salone professionale come Cibus 2012.
Il macro trend del benessere è stato parzialmente cavalcato, qui, ovviamente era possibile esprimere posizionamenti di comunicazione che andassero al di là del concetto di light, leggero e altro ancora. Benessere è un concept talmente vasto che, paradossalmente, anche i produttori di salumi e di formaggi avrebbero potuto avvantaggiarsene.
– Buona l’offerta dei ready meal. Diversi i ready meal presentati, fra i quali alcuni prodotti interessanti, e non solo surgelati.
Abbiamo visto pochi prodotti funzionali, forse eravamo distratti… Forse: ma perché lasciarli al solo appannaggio delle grandi multinazionali di prodotto e di marketing? Dai un po’ di coraggio. I prodotti funzionali, infatti, sono indicati da Nielsen (che curiosamente aveva uno stand con corsi specialistici al Cibus) e SymphonyIri Group come uno dei trend alimentari del presente e del futuro.
– La tipicità. Uno dei trend più apprezzati all’estero dei cibo italiano è la sua forte valenza di tipicità. La stessa che cercano le grandi catene di distribuzione estere e i grossisti stranieri. La tipicità oltre che avere implicazioni sul prodotto ne ha sulla comunicazione. Bisognerebbe uscire dagli stereotipi e dotare i prodotti di informazioni all’altezza con sinergie con i siti internet, magari usando il QRCode.
– Ah, la sostenibilità… Poca attenzione anche ai valori della sostenibilità e dell’ambiente. Non vogliamo fare nomi per non inimicarci nessuno, ma lo stand di Mila con i bidoni del latte raccolto in alta montagna era congruente al posizionamento del brand e, soprattutto, sottolineava la difesa dell’alta montagna che dal punto di vista sociale e paesaggistico non è di certo una questione di second’ordine. E poi va amplificata l’indicazione di Vismara (abbiamo già pubblicato un articolo su questo stand, davvero eccezionale) di riciclare con creatività le vaschette dei salumi della casa. Uno dei trend odierni e soprattutto futuro è quello del cocooning: ossia del ritorno a casa, e al centro della casa c’è la cucina, per cucinare, ricevere, divertirsi. Su questi passaggi che sono già oggi topici, ci voleva e ci vorrà un po’ più di coraggio e di fantasia per un’offerta intelligente. Infatti i tre passaggi chiave sono: pronto da mangiare, pronto da cucinare, pronto da preparare. Provate a interpretarli nella chiave che preferite (bio, naturale, light, funzionale e quant’altro).
– Il packaging, poca evoluzione. Non vogliamo solo fare note di critica, perché, come abbiamo detto, il successo di Cibus 2012, è stato eclatante. Però negli stand non usciva il tema del cambiamento del packaging, una delle leve di marketing e di vendita più importanti nei prossimi anni. Qua e là qualche spunto, ma pochi rispetto alla massa di prodotti presentati.
– Convegni e premi innovativi. Diversi i convegni svolti, finalmente, intelligenti e per molti versi contro corrente. Portare i temi del co-packing, delle store brand, dell’innovazione delle privare label in una fiera a prevalenza di Marca è stato coraggioso, ma soprattutto strategico per chi deve capire le tendenze in atto (merito dell’AD delle Fiere di Parma, Antonio Cellie). Non a caso, proprio perché è stata un’operazione coraggiosa, non ci sono state le sale piene, ma la stampa, come in questo caso lo sta facendo RetailWatch, ne darà conto.
Com’è stato coraggioso da parte del mensile Food istituire il premio del Global Award per quei retailer stranieri che trattano nel dovuto modo i prodotti italiani. Inserire nella rosa dei candidati anche i più importanti discounter europei come Lidl e Aldi la dice lunga sulla necessità di avviare un serio dibattito sugli assortimenti e la comunicazione on shelf, uno dei passaggi chiave del marketing operativo dei prossimi anni.
Scarica il pdf con i prodotti e i brand selezionati da RetailWatch visti a Cibus 2012 (13.6Mb)