Dal 2018 al 2023 i supermercati perderanno una quota di mercato pari al 3%. E il discount…

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Ottobre 2019. Il discount in Europa ha scandito le tappe di crescita della propria quota nell’ultimo decennio con una intensità superiore a tutti gli altri canali distributivi del largo consumo: dal 18,2% nel 2008 al 23% nel 2018, (Nielsen) con la previsione (IGDUK) di una quota del 26% nel 2023.

IN ANNI DI consumi stagnanti nel largo consumo, la crescita del discount in Europa è avvenuta contestualmente alla riduzione della quota degli ipermercati e, negli ultimi anni, anche dei supermercati. Il discount non è un nuovo formato e non ha introdotto particolari innovazioni tecnologiche, eppure intensifica il suo sviluppo a partire dal 2008, complice la crisi che, in una decina d’anni, ha generato la maggiore propensione degli acquirenti a favore di una spesa che fosse semplice, poco dispendiosa, essenziale, ma comunque gratificante.

Lo sviluppo si è poi nutrito non solo della maggiore convenienza percepita ma anche, soprattutto negli ultimi anni, della maggiore diffusione territoriale e di un ormai effettivo servizio di vicinato, oltre che della crescita del livello di servizio nel punto vendita (es. gastronomia a vendita assistita ma anche la presenza del parcheggio).

Allo stesso modo è migliorata l’articolazione dell’assortimento con una maggiore offerta di freschi (fino al pesce fresco e la pasticceria), l’ampliamento della scala prezzi (quindi con maggiore percezione di varietà) di categoria e il lancio di nuove linee di prodotto (premium, biologiche, fair trade, free-from, ecc.) soprattutto nell’ambito della marca commerciale.

IL MERCATO ANGLOSASSONE, per molti versi emblematico dello sviluppo futuro dei mercati continentali, evidenzia chiaramente come accanto alle vendite online, che rappresentano la novità più recente e oggi in maggiore crescita, l’altro driver di cambiamento è proprio il discount con la sua strategia di diversificazione e parziale sovrapposizione delle proprie “value proposition” con quelle di altri tipi di canali. L’aumento della dimensione dell’assortimento ed una efficace strategia di segmentazione dell’offerta di private label sono due degli elementi fondamentali di questo fenomeno. Lo sviluppo dell’offerta di prodotti freschi e freschissimi ha inoltre generato l’incremento della frequenza d’uso del formato discount, sempre più prossima a quella del supermercato.

Tutto ciò accade mentre i supermercati realizzavano, senza successo, strategie omologanti nel tentativo di contrastare i discount: lanciando linee di private label di primo prezzo (sollecitando così la sensibilità dei propri clienti al prezzo a favore dei discount) e sviluppando un’intensa attività promozionale di taglio prezzo che riduce la trasparenza e aggiunge complessità in punti vendita con già una numerica di referenze pari ad almeno 4 volte quella dei discount.

E IN ITALIA?

Rileviamo lo stesso fenomeno, con velocità ed intensità più rilevanti. In ciascuno degli intervalli di anni 2008-2013 e 2013-2018 l’incremento di quota dei discount nel Paese è stato circa del 30%. IPLC Europe-Italia, attraverso analisi ed elaborazioni su diverse fonti, stima che l’Italia raggiungerà una quota del discount pari circa il 24,6%, approssimandosi al valore medio del 26% previsto in Europa, nel 2023, con un incremento ulteriore di circa il 30% tra il 2019 e il 2023.

IL SUCCESSO DEI due modelli discount presenti in Italia, quello italiano (Eurospin e Md) e quello tedesco (Lidl, Penny Market, e più di recente Aldi), ne hanno intensificato la crescita. Il nostro Paese, peraltro, costituisce un terreno di sperimentazione ed innovazione anche per tali competitor stranieri che hanno adattato il formato al mercato italiano più di quanto abbiano fatti negli altri Paesi.

Fonte: italiani.coop

2 Commenti

  1. Fabrizio la domanda è sempre interessante. Come abbiamo riportato nell’articolo sulla certificazione con Ambrosetti il Presidente ha detto che Lidl è un supermercato con un cuore discount. Soddisfatto?

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