Dolan-Mommy: si possono restituire i bambini?

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Dolan-Mommy: si possono restituire i bambini?

Gennaio 2015. “Giro i miei film. Seguendo il mio percorso senza dipendere né dagli altri, né dal sistema.” (X.D.)
 
Venticinque anni, ambizioso, gay dichiarato, genio. Non ci possono essere detrazioni o mezze misure nel definire il talento di Xavier Dolan. Canadese e figlio d’arte, questo ragazzo è l’impersonificazione del nuovo Cinema. De gustibus, certamente, ma la spinta creativa e la forte vena innovativa sono innegabili sin dai primi fotogrammi di Mommy, il suo quinto film, praticamente riconosciuto all’unanimità come un dei più belli di tutto il 2014. D'altronde quando realizzò Laurence Anyways, trionfo di pubblico e di critica, aveva solo ventitré anni.
Dolan affronta il mondo della famiglia a tratti con dolcezza, a volte con violenza. L’amore viscerale che lega un figlio alla madre. Diane, Die, (Anne Dorval, che già recitò in altri due film di Dolan) si ritrova a fronteggiare la presenza ingombrante e violenta del suo figlio quindicenne, più volte internato dopo la prematura dipartita del padre.
Uno dei meriti di questa pellicola è la capacità, che sovente manca ai giovani cineasti, di saper fare a meno dei “rami secchi”. Il giovane canadese individua invece la sua tematica e la persegue fino in fondo con determinazione e maturità.
Certo non mancano le ingenuità che ancora impediscono di gridare al capolavoro. La musica non originale scelta è semplice e rischia spesso la banalizzazione di immagini altrimenti esplosive. Le scelte tecniche più azzardate, come le variazioni di formato, a tratti rischiano l’autocelebrazione. Ma è il degno erede di Truffaut e su questo non ci piove. Mommy sta a I 400 colpi come La grande bellezza sta a La dolce vita. E personalmente preferisco Sorrentino. Strabilianti gli attori. Coraggiosi e sicuri di sè, la loro performance è visibilmente frutto di uno scambio diretto e chiaro con il regista.
Dolan Mommy se lo è scritto, lo ha prodotto, diretto e poi montato. Presentato in concorso alla 67° edizione del Festival di Cannes, ha prontamente vinto il Premio della Giuria.
 
Ci si può aspettare grandi cose da questo ragazzo. Sarà folle pensarlo, ma Orson Welles aveva ventisei anni quando realizzò Quarto potere. Dolan non sarà Welles e Mommy non sarà Quarto potere, ma questa è un'altra storia.
 
 
TEMPERATURA: è atroce l’aria che si respira in casa Desprès. La vita da vedova di Die non era già sufficientemente violenta senza il ritorno a casa del figlio Steve. La posizione dalla quale si guarda Mommy è comunque scomoda.
 
VELOCITÀ: sebbene non vi sia traccia di superfluo, questo non è certamente un film breve. I suoi 134 minuti si fanno sentire, ma rimangono indispensabili dal primo all’ultimo.
 
QUALITÀ: il profumo è quello della promessa di un futuro di trionfi. Per ora ci possiamo accontentare di assistere a un bellissimo film.
 
DA VEDERE CON: da vedere in un momento di assoluto benessere, buon umore e possibilmente di pomeriggio. Certamente non è un film facile.
 
Gli abbinamenti food

Di Luigi Rubinelli
 
Titolo impegnativo quello di Giulio, ma più che il titolo è il tema, la comprensione di ciò che accade alle nuove generazioni e il contrasto con quelle anziane. Il tema del bambino è sempre toccante e la soluzione adottata porta lontano; ma non ci posso entrare, devo solo cercare gli abbinamenti.
 
Vino
Andiamo su una grandissima cantina, Cantine Cooperative Riunite di Campegine (Re) che scorrono via sull’autostrada A1. Cantina che ovviamente sperimenta come il nostro regista: Lambrusco grasparossa di Castelvetro, il Fojonco, nome criptico come molti che si rifanno al territorio, ma la qualità di un vino maltrattato è notevole, come grande è la sua freschezza.
 
Formaggio
Rimaniamo sul classico e su un formaggio che meriterebbe giorni migliori, maltrattato nel prezzo (per la fortuna di chi lo compra, ma poi bisogna remunerare la filiera): Parmigiano Reggiano, disciplinare rigido, senza antifermentativi. Andate comodamente su quello maturato per 24 mesi, non mi spingerei oltre e abbinatelo tranquillamente al Lambrusco di cui sopra.
 
Cioccolato
Sono affezionato per gusto e compostezza al Lindt Excellence 70% fondente che al Lambrusco si sposa davvero bene. Sono poco affezionato al prezzo che ha una forbice ampia. Ma è il segno dei tempi.
 

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