Eataly WTC/New York: più borghese e con meno mercato

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Eataly WTC/New York: più borghese e con meno mercato

Dicembre 2016. Da quel che si sa l’investimento di Eataly per 4.500 mq al secondo piano del World Trade Center è stato di 30 milioni di dollari. Siamo all’interno del centro commerciale di Westfield progettato da Santiago Calatrava che generà milioni di visitatori all’anno. E lo spazio si paga. E non deve essere stato uno scherzo organizzativo portare quassù forni per il pane (merceologia alla quale si richiama l’intero impianto di Eataly) e per la pizza e i frigoriferi per i ristoranti.
 
Il layout
Negozio ristorante diviso in due, forse più ristorante che negozio nelle articolazioni e nello sviluppo della superficie.
 
L’atmosfera
Meno caotica dell’Eataly sulla Va avenue, Oscar e Nicola Farinetti e Mario Batali, Joseph Bastianich e Lidia Bastianich, avranno tenuto conto di un cliente diverso, probabilmente più internazionale e meno domestico, visto che siamo nella zona finanziaria di Wall Street e delle ex Torri Gemelle. Interessante l’illuminazione mixata artificiale-naturale. Se volete vedere bene l’esterno verso il Memorial andate al ristorante del pesce e fatevi dare un tavolo vicino alla parete vetrata. Più difficoltoso il layout verso la fine e soprattutto verso le casse per chi ha acquistato freschi e grocery con una soluzione a imbuto, un po’ troppo chiusa e poco ergonomica.
 
A parte l’area dell’ortofrutta tutta l’atmosfera è diventata meno mercato e più asciutta, formale, quasi borghese senza troppe coloriture, ma anche più ordinata.
 
La galleria del cibo italiano
Ormai i singoli reparti a servizio, come la gastronomia e i formaggi (gli altri sono giocoforza internazionali) sono un mix ragionato di prodotti italiani e non solo, controbilanciati dalla Galleria che spiega nel dettaglio (e molto bene) le caratteristiche merceologiche dei prodotti italiani, utilizzando anche materiale vero.
È una scelta francamente obbligata, quella del mix, che farà storcere la bocca ai puristi e a chi si aspetta il rispetto dell’equazione Eataly=Prodotti italiani, ma tant’è.
 
Prezzi
Adeguati al luogo e a una città che si chiama New York, dove i visitatori stranieri sono soggetti al cambio ballerino anche per il cappuccino e la brioche.
 
Ristoranti
Ci sono tutte le varianti, ma la Osteria della Pace spicca su tutte. Abbiamo provato il ristorante del pesce e quello della pasta e la qualità e nella media di Eataly. La pizzeria, spazio cruciale è affidata a Franco Manna e al suo Rosso Pomodoro.
 
Lo spazio al pane
Interessante davvero in una città che non sa cosa è il pane originale lo spazio dato alla panetteria e al pane. Il pane inteso non soltanto come sana base di ogni dieta, ma anche e soprattutto come strumento di pace. A sottolineare il concetto, una citazione del trentunesimo presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover che accoglie i visitatori all’ingresso: “La pace nel mondo significa un pezzo di pane”.
 
Drammatica verità soprattutto oggi.
 
Punti di forza
Location favorevole, Standard qualitativi, Velocità del servizio
 
Punti di debolezza
Ai ristoranti per bere il caffè bisogna andare allo stand della Lavazza, Layout costrittivo e poco ergonomico soprattutto verso il fondo, Forse c’è troppo ristorante e poco mercato.
 
La sostenibilità di Eataly WTC, New York
Coerenza fra il posizionamento e la sua realtà     4
Distintività e rilevanza versus i competitor     4
Rapporto experience-prezzo 4
Sostenibilità     3
Attenzione alle nuove tecnologie e all’innovazione     2
Attenzione ai millenials     2
Attenzione ai senior     4
Creazione di una community    3
Trasparenza     3

Scala di valori da 1 a 5, 1 basso, 5 elevato

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