Fornezza-Eurisko: una marca per amica. Engagement

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Fornezza-Eurisko: una marca per amica. Engagement

Settembre 2013. Si chiede Fabrizio Fornezza di Eurisko: “ La marca oggi è una vera amica?”. Nonostante la crisi appaia meno stringente che nel passato bisogna soffermarsi sul fatto che la relazione fra consumatore marca stenta a decollare. Ecco alcune risposte dei consumatori: non mi sento rappresentato e difeso da alcuno, era il 61% nel 2010 è diventato il 71% oggi, contro la marca solo se è scontata; era del 43% nel 2003, diventato il 65% oggi. Non torno indietro a i vecchi modelli di consumo: era il 40% nel 2010, oggi al 54%. Prendo le marche migliori anche se costano di più: era il 32% nel 2003, oggi è il 9%. La marca sottolinea forme sarà non sembra ancora una soluzione per una exit  strategy  dalla crisi.

La fiducia di ieri, sottolinea Fornezza, si è tramutata in una scetticismo. Il consumatore dice: voi comunicate la verità sui vostri prodotti e nessuno vi crede. Gli italiani non si fidano delle istituzioni e nemmeno delle grandi aziende, salvo poche eccezioni. Non tutti i settori sono critici, ma l’Italia rispetto alle altre nazioni europee e più scettica degli altri paesi. La customer satisfaction non basta più costruire di istintività e finalizzazione: infatti la probabilità di riacquisto non aumenta.

. Le risposte della marche nuovi bisogni. Cosa può fare allora una marca per favorire l’engagement  del consumatore? Dovrebbe seguire l’esempio del ri-local, no brand ma persone, aumentare la brand reputation e l’experience, favorire nuove soluzioni per gestire bisogni più articolati. Alcuni segmenti di cittadini cominciano a dire preferisco comprare prodotti italiani.

La marca dovrebbe essere come quell’amico che ascolta, ma capisce anche il non detto. Infatti le aziende più innovatrici si stanno attrezzando per un contatto più diretto con il consumatore: la raccolta di nuove idee la comprensione dei bisogni passano oggi attraverso i blocchi, le comunioni create dalle aziende stesse e dai team dedicati all’ascolto della rete.
Ovviamente questi segnali vanno filtrati vanno capiti vanno correlati all’attività aziendale e la marca dovrebbe rischiare.

 

 

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