Giovannini-Istat: intervenire sulla domanda

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Giovannini-Istat: intervenire sulla domanda

Maggio 2013. Enrico Giovannini, neo ministro e presidente dell’Istat è intervenuto all’ultima Assemblea annuale di Ibc, Associazione delle Industrie dei Beni di Consumo. Ecco il suo pensiero sul contesto economico e le decisioni per il rilancio della domanda.

Il baricentro dello sviluppo mondiale, dice Giovannini, si sta spostando.
. Due terzi della crescita sono già adesso dovuti ai paesi emergenti, specialmente quelli asiatici.
. In Europa il Pil pro-capite aumenterà di poco: secondo l’Ocse quello italiano aumenterà dell’1,4% fino al 2050.
. Questo scenario ha effetti rilevanti sull’occupazione, sul sistema dle welfare, sul benessere e sulla realizzazione delle persone.
. Nascono però nuove opportunità per soddisfare i bisogni dei nuovi ricchi

. La classe media nel mondo è pari a 1.800 milioni di individui, l’Asia conta meno di un quarto, ma questa quota nel 2050 sarà pari a un terzo di quella globale.

Il quadro internazionale

. Il commercio mondiale, seppur lentamente, è tornato ai livelli di prima della crisi del 2008.
. Nell’Area euro la ripresa si è interrotta rimanendo sensibilmente al di sotto dei livelli del 2008.

La finanza pubblica

Tutti i principali paesi dell’Unione europea mostrano un deciso peggioramento dello stock di debito pubblico. Tra il 2007 e il 2012 il rapporto debito/Pil del 27 paesi passa dal 59 all’87% (in Italia dal 103 al 126%).

La fiducia di consumatori e imprese continua ad abbassarsi in tutti i paesi europei

L’andamento dell’economia italiana

Nel 2011 l’andamento del Pil era ancora di segno positivo, anche se modesto, ma a partire dall’autunno di quell’anno è in atto una contrazione dell’attività. Nel quarto trimestre del 2012 si è avuta la sesta flessione congiunturale consecutiva (-0,9%). Nel 2012 il Pil è sceso alla soglia del 2000 e risulta inferiore anche al 2009 che era stato il peggior momento della crisi. Nel 2012 è diminuito del 2,2% rispetto al 2011.

Il lato dell’offerta

Il divario fra l’Italia e le altre grandi economie europee  si è allargato nel corso della crisi, per l’intensità della nostra caduta e le difficoltà della ripresa.
. La contrazione si è concentrata nell’industria. Il recupero è stato parziale, anche nei servizi.

Le difficoltà della domanda

. Rispetto al picco di inizio del 2008 il tasso di occupazione è diminuito di circa il 2,7%: gli occupati a gennaio 2013 sono circa 22,7 mio, su un livello inferiore rispetto a due anni fa.
. Il numero di occupati maschi è il più basso dal 2004.
. Di riflesso il tasso di disoccupazione è passato dal 6 all’11,7% di gennaio 2013.

Le spinte sui prezzi

. Dopo un lungo periodo di sostanziale uniformità con gli altri paesi partner, dal settembre 20111 l’Italia ha mostrato un’inflazione in accelerazione e superiore alla media europea.
. Dall’autunno 2012 questo differenziale si sta riassorbendo.

Le condizioni delle famiglie

. Nei primi nove mesi del 2012 il potere di acquisto ha registrato una flessione del 4,1%. Le famiglie hanno risposto all’erosione del reddito aumentando la propensione al consumo.
. La propensione al risparmio è sotto il 9%
 

. La percentuale di famiglie deprivate è ormai al 11.1%.
. Questa condizione è più marcata nel mezzogiorno, nelle famiglie in cui c’è un disoccupato, nelle famiglie operaie, fra i giovani con meno di 35 anni.
. Aumentano gli individui in famiglie che non possono permettersi una spesa imprevista di 800 euro (38,4%), una settimana di vacanze all’anno (46,5%), un pasto con carne o pesce due volte la settimana (12,3%), riscaldare adeguatamente l’abitazione (17,9%).
. La fiducia dei consumatori è volatile.

Serve, quindi, dice Giovannini una serie di interventi sulla generazione di valore che diano fiato alla domanda interna,

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