Giuliani: 5 motivi per il riuso vs l’usato cinese
Aprile 2014. In quel di Verona, dalle parti di Corso Milano, ho avuto notizia che era stato aperto un mega mercatino dell’usato ed oggi sono andato a vedere di cosa di trattava. Parcheggio pieno di auto, bandierine colorate dappertutto, negozio ubicato in una location fantastica dove precedentemente c’era un supermercato LD. Non era un mercatino dell’usato bensì un super store cinese, sullo stile di HauMai. Ovviamente, grazie ai prezzi particolarmente bassi, il negozio era affollato. Tanta gente che compra, di questi tempi, l’ho vista solo nei mercatini dell’usato più grandi ed è probabilmente questo che ha ingannato il mio informatore. Preferire il mercato dell’usato, rispetto al negozio cinese, è una questione di mentalità. E’ però necessario fare uno sforzo per superare il pregiudizio sul mondo dell’usato. Pensare al caffè bevuto al bar _ in una tazzina usata _ ad un centro benessere _ con la classica dotazione di accappatoi e asciugamani usati _ ad un ristorante _ con piatti e bicchieri usati _ o ad un hotel _ dove si dorme rigorosamente su un materasso già utilizzato da altri _ ci aiuta a capire che l’usato è nella nostra vita quotidiana e gli atteggiamenti di molti, che criticano chi acquista l’usato, sono evidentemente un retaggio culturale che ci pone indietro anni luce rispetto alla maggioranza degli altri paesi europei.
Cinque buoni motivi
Ecco 5 punti per cui preferisco la cultura del riuso rispetto all’acquisto low_cost di un prodotto cinese.
1. E’ sicuramente preferibile l’acquisto di un prodotto già utilizzato da altri, rispetto all’acquisto di un prodotto low_cost, in quanto il riuso allunga il ciclo di vita del prodotto stesso. Vengono quindi preservate le risorse necessarie a produrre il corrispondente articolo nuovo e non vengono sprecate risorse per smaltire.
2. L’usato è a chilometri zero. Il mercato dell’usato si approvvigiona infatti localmente attraverso privati che mettono in vendita cose che non utilizzano più. Molto spesso anche gli acquisti avvengono localmente. Questo permette di non impiegare risorse per il trasporto, in particolare quello a lunga distanza, e di preservare quindi l’ambiente.
3. A volte mi chiedo quanti di noi indossano vestiti, giacche e maglioni che sono passati dalle fabbriche agli scatoloni, dagli scaffali impolverati ai pavimenti di camerini affollati o indossati da centinaia di persone prima che quel vestito, quella giacca o quel maglione arrivi nell’armadio. Un capo, nuovo o usato che sia, va lavato prima di essere indossato. Il lavaggio elimina, con il tempo, molte sostanze chimiche che possono essere sicuramente dannose per la salute. Un capo usato, già lavato diverse volte, è quindi più salutare di un capo nuovo.
4. Un oggetto usato, a parità di prezzo, è sicuramente superiore in termini di qualità. Potersi guadagnare la possibilità di una seconda vita è infatti sicuramente precluso agli oggetti di bassa qualità che, dopo poco tempo, non possono essere più riutilizzati. Sono quindi gli oggetti di alta qualità che durano nel tempo e possono essere riutilizzati.
5. Sono convinto che si stia andando verso un concetto di economia circolare, per la necessaria riduzione dei rifiuti e dove i prodotti dovrebbero essere concepiti fin dalla fase di progettazione, secondo il concetto di riuso o riciclo. I prodotti di bassa qualità, e quindi non durevoli, dovrebbero essere esclusi o perlomeno realizzati in materiali facilmente riciclabili.
Alessandro Giuliani, Direttore di Leotron
Sono d'accordo con il Direttore Giuliani con il concetto del riuso dei capi di vestiario, considerando anche il fattore della colorazione dei tessuti che per i prodotti cinesi lascia molto a desiderare.