I 10 comandamenti della supply chain

Data:


I 10 comandamenti della supply chain

Luglio 2017. Il controllo delle prestazioni, finalizzato al miglioramento dell’efficienza probabilmente è l’unico vero comandamento che ispira i processi aziendali: il “mass market” ovviamente non ne è escluso.

Supply Chain Management è anglosassone espressione che indica la “gestione della catena di distribuzione”, ossia quel complicato dispositivo basato su attività logistiche, catalogazione sistematica dei prodotti e coordinamento strategico operati lungo l’itinerario distributivo per accontentare, nel migliore dei modi possibili, il consumatore finale e consolidare un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza.

L’importanza attribuita alla “Supply Chain” è pressoché unanimemente condivisa dagli addetti ai lavori, sebbene applicazioni manageriali e accademiche sul tema non siano ancora incisivamente sviluppate.
Dal lavoro dei nostri amici sudafricani di SUPERMARKET AND RETAILER (numero di Aprile 2017), abbiamo attinto un istruttivo decalogo firmato da Peter Auld, il cui titolo altisonante recita: “THE TEN SUPPLY-CHAIN COMMANDMENTS FOR RETAILERS”.  

Scorrerne i dieci punti stimola l’attenta riflessione su un argomento tecnico che mantiene, ovunque, indispensabile valore per i distributori del mercato di massa.

  1. MANTIENILA PIU’ CORTA POSSIBILE (l’intermediazione dei depositi, nel passaggio dalla fase di produzione al negozio, può causare ritardi e danni: ciò suggerisce di verificare le mappe dei percorsi, ai fini di un’ottimizzazione complessiva che sia in grado di identificare tutti quei prodotti canalizzabili nei centri di distribuzione);
  2. TOCCA IL PRODOTTO MENO POSSIBILE (tutte le volte che un prodotto è manipolato, a vario titolo, vi è un costo in agguato);
  3. GESTISCILA PIU’ AMPIAMENTE POSSIBILE (individuare soluzioni collaborative e proporle concretamente per scongiurare pericolose interruzioni nelle “supply lines”, dovute a eventuali rapporti difficoltosi dei fornitori con i loro partner per le materie prime ed il confezionamento);
  4. RICONOSCILA COME ARMONICA ESPRESSIONE DI INFORMAZIONI, AZIONI E FLUSSI DI CASSA;
  5. LA CONDIVISIONE DI ALCUNI DATI PUO’ RENDERLA PIU’ FLUIDA (segnatamente alle configurazioni relative a “pallettizzazione” e dimensioni dei formati dei prodotti e dei rispettivi imballaggi);
  6. ASSICURATI CHE I DATI SIANO CHIARI E BEN CONDIVISI;
  7. ACQUISTI E RIORDINI DEVONO PROCEDERE EFFICACEMENTE E CON CONTINUITA’;
  8. ASSICURATI CHE I PARAMETRI RELATIVI ALLA CONFIGURAZIONE DEI CARICHI SUI PALLET E PIU’ IN GENERALE DI IMBALLAGGIO NON SIANO INADEGUATI (infatti, se inappropriati, causano costi);
  9. COLLABORA CON I PARTNER E RIMUOVI I CONFLITTI (ogni operatore, che si trovi nel fronte dell’industria o in quello della distribuzione è chiamato a collaborare, non a scontrarsi, consapevole che adoperarsi per il cliente, alla lunga, premia. In tal senso, incontri periodici possono rivelarsi funzionali);
  10. CONSIDERA CHE LA CATENA DI DISTRIBUZIONE E’ DINAMICA, PUO’ ESSERE SEMPRE MIGLIORATA (aggiornamento e miglioramento stanno a garanzia del buon operato di industria e distribuzione).

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

RetailWatch commenta lo scenario Circana di Ottobre 2024

Il canale online cresce più del fisico, i prezzi tornano a salire e anche i discount perdono volumi. Questi e altri dati presentati da Circana e commentati da RetailWatch.

Maiora SpA ai raggi X

Maiora è giovane (nasce nel 2012) ma conta sulla grande esperienza dei suoi fondatori, le famiglie Cannillo e Peschechera. Analizziamo i numeri del gruppo arrivando ad alcune conclusioni.

Gen Z & Retail alimentare.Un rapporto complesso. Ce ne parlano IPSOS e Retail Institute Italy.

La Gen Z ha poca fiducia in se stessa e dei comportamenti di acquisto peculiari. Analizziamoli con il supporto di uno studio realizzato da Retail Institute Italy ed Ipsos.

Il Black Friday/Cyber Monday di PWC. Focus Italia

Guardiamo ai dati sul Black Friday/Cyber Monday di PWC, con un focus particolare sull'Italia. Un consumatore più cauto che, però, nel 35% dei casi non ha paura di spendere.