I Centri Commerciali devono svilupparsi in città

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I Centri Commerciali devono svilupparsi in città

Dicembre 2016.  CNCC durante l’appuntamento annuale per i soci, ha affrontato le tematiche relative ai risultati raggiunti e alle prospettive future per il mondo dei centri commerciali.
 
Massimo Moretti, Presidente CNCC sottolinea come i centri commerciali di oggi rappresentino un fenomeno sociale straordinario, che richiede la dovuta attenzione: tra i 4 e i 6 milioni di persone infatti scelgono di trascorrervi del tempo ogni giorno.
 
Una battuta di arresto
Nel 2016 sono stati realizzati circa trecentomila mq di centri commerciali. Questo ha comportato: il recupero spesso di cosiddetti brown field, un importante incentivo per il settore dell’edilizia (sono stati investiti infatti tra i 50 e i 200 milioni euro per costruire ciascun centro commerciale) e un aumento delle assunzioni (si tratta infatti di almeno mille nuove assunzioni per ciascun centro) nonché un fattore evidente d crescita economica.
In secondo luogo sono stati analizzati i consumi e si è constatato che, dopo ben 7 quadrimestri di crescita, c’è stata una battuta d’arresto e una contrazione dei consumi, che nel terzo quadrimestre sono diminuiti del 2,8%. Questo dato, in parte fisiologico, è anche dovuto all’incertezza complessiva del momento.
Un’ulteriore argomento trattato riguarda il dialogo costruttivo con l’OPMI, Osservatorio Parlamentare del Mercato Immobiliare, presieduto dal Senatore Vincenzo Gibiino e con altri esponenti politici, per discutere delle necessità del CNCC. Quest’ultimo è infatti riconosciuto a tutti gli effetti come un importante driver di crescita dell’economia italiana.
Un passo importante mosso dall’associazione è stato quello di realizzare Il manifesto, un testo ufficiale di 8 pagine redatto con lo scopo di avviare un dialogo, per poter condividere i problemi comuni e le necessità dei centri commerciali.
 
Ci vuole una legge Obiettivo
Il Senatore Vincenzo Gibiino, presidente dell’OPMI, commentando l’esigenza di ridurre i tempi necessari per le aperture dei centri, ha dichiarato: “I tempi necessari per l’apertura dei centri commerciali in Italia sono troppo spesso biblici. Dal progetto all’avvio dell’attività passano anche dieci anni. Una situazione inaccettabile che disincentiva fortemente gli investimenti stranieri e nazionali nel nostro Paese, a discapito dello sviluppo di un settore economico dalle grandi potenzialità. Insieme alla Senatrice Maria Spilabotte, Vice Presidente della Commissione Lavoro del Senato, sto lavorando alla stesura di un disegno di legge delega del governo, che sarà poi condiviso dall’OPMI, con l’obiettivo di semplificare e armonizzare la legislazione autorizzativa, sia di natura commerciale che edilizia, per l’apertura dei centri, ad oggi di totale competenza degli organi territoriali”. E ha aggiunto: “Crediamo sia indispensabile una sorta di legge obiettivo che tracci le linee guida alle quali regioni, enti locali ed enti autorizzativi dovranno attenersi, pur nel rispetto delle competenze degli stessi. I centri commerciali italiani, frequentati ogni giorno da oltre 5 milioni di visitatori, con vendite che dal 2014 ad oggi hanno mostrato ininterrottamente un trend di crescita, rappresentano un vero e proprio motore dell’economia nazionale e anche per questo motivo devono essere sostenuti e non osteggiati. Nel futuro prossimo i centri potrebbero essere altresì protagonisti del recupero di aree dismesse delle periferie cittadine o elementi di riqualificazione dei centri storici, nell’ottica di limitare il più possibile il consumo del suolo. L’Osservatorio vuole dare il proprio contributo, puntando al superamento di problematiche oggettive e all’effettiva velocizzazione dei processi”.
 
Anche Stefano Mantella dell’Agenzia del Demanio, ha sottolineato i benefici apportati dal recupero di aree per destinarle allo sviluppo di centri commerciali. Il primo valore evidenziato è quello che deriva dall’entrata economica immediata e dal risparmio sul costo di bonifica. Il secondo valore è legato al recupero dei beni, in questo caso del suolo o di alcuni immobili industriali dismessi. Infine, bonifica ambientale e riqualificazione sociale vanno di pari passo.
 
L’integrazione dei canali
Paolo Sangalli, Vice Presidente IBM, ha descritto le recenti innovazioni tecnologiche e i nuovi strumenti dell’IOT (Internet of Things) e dell’Internet of Emotions, che permettono di conoscere in modo più approfondito i consumatori e il marketplace, durante il panel “Dal commercio elettronico al Cognitive engagement”.
Approfondimenti a cura di Fabrizio Valente, Founder Partner Kiki Lab e Ebeltoft Italy, hanno descritto come informatica ed e-commerce rivoluzioneranno il mondo e le attività dei centri commerciali. I cambiamenti tecnologici permetteranno di mappare prodotti, clienti e magazzini e conoscere e utilizzare i dati in ogni momento. Durante il panel “Le opportunità Retail nella cross-canalità” è stato evidenziato come i canali fisici e quelli digitali siano sempre più integrati, sia nel Webrooming, che nello Showrooming. Nel primo caso, ancora la scelta predominante nel mercato Italiano, le ricerche vengono effettuate online ma l’acquisto vero e proprio avviene offline, nel secondo caso avviene il contrario, ovvero la ricerca viene effettuata nei punti vendita fisici ma l’acquisto è online.

Durante il workshop pomeridiano “Fattori di successo di un centro commerciale” Moretti ha evidenziato la necessità di favorire lo sviluppo dei centri commerciali nelle città e ha commentato: “I centri commerciali si possono considerare dei nuovi social hub: social, perché la gente desidera andarci (sono visti infatti come un luogo bello, divertente e sicuro); hub, perché i centri commerciali diventano dei centri di aggregazione e attorno a essi aumentano anche uffici, case e turismo.

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