IRi: cosa fa il consumatore “nuovo”. Un cambio repentino
Settembre 2017. IRi in una ricerca prima dell’estate mette tra virgolette cosa fa il “nuovo” consumatore. Le vigolette servono a sottolineare probabilmente che di nuovo in sé c’è poco, c’è molto invece negli atteggiamenti che si approfondiscono.
Fedeltà all’insegna. I consumatori cambiano ancor di più il negozio se non trovano quel che cercano, prezzi, promozioni, assortimento, servizio, cortesia, code alle casse lunghe. Un simile atteggiamento dopo un anno dal dato precedente la dice lunga sullo stato d’animo con cui il consumatore va a fare la spesa. È un dato sul quale meditare in modo approfondito.
Pagare per innovazione soddisfacente. In 3 anni questo item di ricerca è cresciuto del 66%. Bisogna mettersi d’accordo sul termine innovazione che ha una valenza piuttosto allargata e ognuno la intende come vuole. Innovazione forse per il sentire comune vuol dire nuovo, che non c’era prima, ma la voglia di nuovo va di pari passi con l’ottimismo in aumento e soprattutto con un reddito disponibile maggiore che nel passato.
Pianificazione di categoria. I manager della categoria sorrideranno convinti di fornte a un +77% in 7 anni. Vale la categoria e soprattutto chi la guida, i leader. Es: nel cioccolato, nei detersivi, nelle birre, nei freschi e nell’ortofrutta e nei surgelati, dove la riscrittura dello scaffale è stata più profonda che in altre categorie.
Tempo davanti allo scaffale. +16”, +74% in sette anni. È un dato cruciale, almeno per chi ha riscritto lo scaffale e la categoria. Ovviamente il consumatore passa più tempo per osservare il prezzo al kg, legge le etichette, confronta i prezzi e le promozioni, si informa, chiede (dove trova il personale). Se passa più tempo davanti allo scaffale dovrebbe passare anche più tempo nel punto di vendita, casse a parte dove i tentativi di restringere il tempo di attesa per pagare ha molte sfaccettature.
Insomma: il “nuovo” consumatore vuole davvero capire bene dove e come e perché fa la spesa.