La logistica fa bene ai conti dice GS1, è sostenibile anche per Amazon?

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La logistica fa bene ai conti dice GS1, è sostenibile anche per Amazon?
 
Settembre 2018. Ecologistico2 è il web tool di misurazione dell'impronta ambientale dei trasporti e delle attività di magazzino sviluppato da ECR Italia in collaborazione con GreenRouter. Uno strumento gratuito, messo a punto per affiancare le imprese nel loro complesso viaggio verso la sostenibilità e aiutarle a trovare le soluzioni più adatte per migliorare l'impatto della loro supply chain, in un'ottica collaborativa e di condivisione dei risultati.
«La sostenibilità è la nuova sfida per il largo consumo, che risponde con iniziative virtuose, portando ispirazione e cambiamento all’intero sistema» ha sottolineato Alberto Frausin, presidente GS1 Italy, introducendo un apposito convegno. «Si tratta di un percorso necessario per rispondere alle richieste di consumatori sempre più attenti e sensibili, che chiedono un analogo impegno alle aziende e premiano prodotti e servizi che provengono da imprese sostenibili. Per un’azienda questa è una scelta che sposa maggiori efficienza e competitività: agire sul mercato in modo sostenibile significa utilizzare le risorse in modo migliore, eliminare gli sprechi e ridurre i costi operativi, proprio gli obiettivi perseguiti da Ecologistico2».
Con il supporto di Ecologistico2, le aziende stanno diventando più efficaci nella valutazione dell'impatto climatico del loro network logistico con la misura del PMx e sono più precise nell’identificare le leve per migliorare la sostenibilità ambientale della loro supply chain. Per queste aziende l’incontro di oggi è stata l’occasione per presentare alla business community le loro esperienze e per illustrare i risultati che hanno raggiunto grazie a Ecologistico2.
 
Le testimonianze su questo tema, un tema delicato e di capitale importanza, checchè ne pensi il presidente Usa Donad Trump, sono numerose. Sono sforzi di adeguare le attività delle aziende, aderenti al GS1, al cambiamento climatico, all’efficienza, ma anche alla riduzione della CO2, riducendo il numero di camion che nel nostro paese hanno il monopolio del trasporto, con la revisione del carico stesso dei camion e un risparmio di valore e di ambiente impressionante.
 
Fin qui il convegno di GS1 al quale va dato atto di voler entrare in un argomento cruciale per l’intero sistema.
 
A quanto ammonta la produzione di CO2 con le consegne a domicilio?
A questo proposito, però, bisognerebbe interrogarsi sul modello industriale di Amazon che, su questo argomento non viene mai citato.
. Amazon sta cambiando il nostro modello di acquisto, passato dal self service all’on demand. Un cambiamento epocale.
. Il problema di Amazon,  parlando di sostenibilità e di riduzione della CO2, è che le consegne dei suoi prodotti sono effettuate da camion di vettori indipendenti, che vengono riempiti dal 10 al 40%, quando va bene. Il suo bilancio di sostenibilità è completo e impressionante per la trasparenza e i risultati raggiunti nelle sue sedi ufficiali.
Ma il bilancio di sostenibilità si ferma qui, non prende in considerazione le consegne a domicilio dei suoi prodotti, al di là delle caratteristiche tecniche del packaging che, come detto, sono affidate a terzi.
 
Eppure sarebbe un’opportunità anche per il leader mondiale del commercio cimentarsi sull’ultimo miglio e sull’inquinamento da CO2 prodotto. Dire che è un problema dei corriere è un po’ poco per un leader di questa portata. Servirebbe un grande progetto di filiera (produttori dei beni, centri di distribuzione, piattaforme e mezzi di terzi) per veramente riuscire a governare la produzione di CO2.
 
Altrimenti si mancherà uno dei goals dell’Agenda 2030 e degli obiettivi di sviluppo sostenibile richiamati in apertura del convegno di GS1 da Luigi Ferrata, segretario ASviS, associazione che ha l’arduo compito di sensibilizzare aziende e istituzioni sulla necessità di affrontare davvero i 17 goals per il 2030, che vedono l’Italia, ahimè in ritardo su molti di questi.

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