Match Point: in tempo di crisi osare si deve

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Match Point: in tempo di crisi osare si deve

Autore: Giulio Rubinelli per la scheda del film Luigi Rubinelli per gli abbinamenti food

MATCH POINT
Woody Allen
GB/USA (2005)
Dramm., thriller

SKYCINEMA1
VENERDì 26
ORE 21.00

La fortuna è forse una delle tematiche intorno alla quale si è maggiormente disquisito nella storia della filosofia. Lungi quindi da noi la volontà di approfondire più del dovuto. È tuttavia Woody Allen a rispolverare la questione con un film che ancor prima che nel prologo, lo anticipa nel titolo stesso del film. La rete del campo da tennis è forse una delle più accorte metafore che se ne potesse ricavare. Il cosidetto ’net’ tra vittoria e sconfitta.

Il contesto invece è fortemente sociale. La lotta di classe riletta nelle trame amorose di uno sportivo di seconda lega che cerca il proprio riscatto nella società tramite il matrimonio con la figlia di un ricco uomo d’affari. La faccia pulita e al contempo l’aspetto misterioso del protagonista (Jonathan Rhys-Meyers) gli permetteranno di infiltrarsi in maniera anche fin troppo facile nel nuovo ambiente.
Ripulito il linguaggio e il vestiario sembra uno di loro e la fortuna sembra girargli a favore.
A complicare la faccenda tuttavia (diceva Sheakespeare: “Ahimè da quel che ho potuto leggere o ascoltare, sia favola/ sia storia, mai il vero amore ebbe corso liscio.[…]”) si inserisce la sensuale Nola Rice (Scarlett Johansson), che conquista la totale attenzione dell’ex tennista e ne gestisce le pulsazioni.
Il gioco andrà avanti oltre i limiti e il protagonista perderà le redini dell’imbroglio (ma attenzione! Nella maniera meno convenzionale immaginabile!).

Allen ci conduce nei meandri più bui del fato e della fortuna. Ci invita a capire quando val la pena di osare nei periodi in cui il vento è a favore, ma anche quando è il momento di accontentarsi.
Lo stesso farà due anni dopo, nel 2007 in Cassandra’s Dream (“Sogni e delitti”) con Colin Farrell e Ewan McGregor.
L’ambizione risulta sana e piacevole in quanto stimolo, ma sfocia nell’arrivismo più basso e con dei mezzi che assolutamente non giustificano il fine.
Tra l’altro, curiosità, se è facile da pubblico suggerire la visione di questo film, lo è a quanto pare anche da Woody Allen stesso. In una recente intervista al Times, dopo essersi definito “mediocre” e di sé dice “di aver sprecato una grande possibilità”, salva dei suoi quaranta e passa film solo sei pellicole.
Tra queste sei anche Match Point, preceduto da Pallottole su Broadway (1994) e seguito da Vicky Cristina Barcellona (2008).
Non sta certo a noi entrare nel merito dei gusti cinematografici di uno dei più grandi (volente o nolente) cineasti della storia, ma sicuramente appoggiamo il suo parere su questo film, insieme al pubblico americano che al box office lo tornò a premiare dopo
quasi vent’anni di down.

-GENERE: Classicamente il drammatico accompagna un thriller velato, quasi in secondo piano rispetto alle tematiche di cui sopra.
-VELOCITA’: In quanto si tratta di un film di Allen, l’arma maggiore risiede nel ritmo, col quale non ha sbagliato mai dagli inzi, figurarsi nel 2005.
-TEMPERATURA: L’umido di Londra e i cappotti dei personaggi certo non ci riscaldano come la fotografia di Vicky Cristina Barcellona, tanto meno si può dire delle loro consumazioni, ma in quanto a calore è compensato dai suoi molteplici apici di tensione.
-QUALITA’: Alta. Certo non il capolavoro di Allen, checchè ne dica lui stesso, ma con alcune pecche forse in ambito recitativo (a volte non all’altezza del film).
-COLONNA SONORA: Interessante. Quasi interamente italiana. Una scelta bizzarra quanto coraggiosa. Tra Verdi, Donizetti e Rossini. Interpretate da Enrico Caruso. A volte potranno stonare ad alcuni, ma sarà solo dovuto a una questione di abitudine pregressa.
-DA VEDERE CON: Tutta la famiglia. Quando vedete Scarlett Johansonn allontanarsi sotto la pioggia per i campi, tratteniamoci dall’invitare tutti a tavola…

Abbinamenti food consigliati al film

Vino. Difficile cercare un vino che possa far dire Net o, peggio ancora da lotta di classe del secolo scorso. Meglio soffermarci sull’assioma vittoria-sconfitta, come fice Giulio, rivedendo questo film. Ecco allora la proposta, giusto per non cadere da nessuna parte e fare Net: Lacrima di Morro d’Alba 2011 Monte Schiavo, per giunta con un buon rapporto Q/P

 

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