MDD/Premium: i consumatori la pensano diversamente dalla GDO

Data:

MDD/Premium: i consumatori la pensano diversamente dalla GDO

Febbraio 2017. «Analizzando i giudizi dei manager delle insegne e dei consumatori – spiega Guido Cristini, UniParma – sono ancora molti i fattori in cui si registra una distanza tra i due giudizi, sebbene in miglioramento rispetto all’anno scorso». Così Cristini.

Beh, insomma, guardando i dati su qualità intrinseca e percepita, ci sarebbe molto da dire: i due item sono particolarmente delicati e scivolosi. Non sappiamo esattamente come la domanda, identica per tutti e due i target, sia sta formulata, ma i rispondenti della GDO si autoassolvono un po’ troppo velocemente, soprattutto nella qualità percepita, dove il gap è di un punto e mezzo, su un voto altissimo, 9,3.

Gap analysis: i fattori che qualificano la MDD premium


Fonte: Guido Cristini per Marca

Diciamoci la verità: alcuni prodotti non riescono ad esprimere questi livelli. Lo abbiamo già detto: prendiamo ad esempio le tavolette di cioccolato, il miele e i corn flakes. Senza nulla togliere ai passi da gigante che hanno fatto le MDD negli ultimi anni, alcuni prodotti MDD non raggiungono affatto i livelli di Lindt 70%, miele Rigoni e corn flakes integrali Kellogs.
 
Questi ultimi sono i challenger da raggiungere, non ci sono dubbi, siamo pronti a affrontare una degustazione cieca: li possiamo individuare al primo colpo.
 
Potremmo cambiare categorie merceologiche ma il nostro giudizio rimane scettico. Questa auto assoluzione non va nella direzione dell’obiettività.
 
La stessa Innovazione, che è tutto sommato eguale per i due target, rivela che sia abbastanza bassa.
 
Suvvia, diciamocelo fra noi, c’è ancora molto da fare nelle Premium MDD.
 
NB: ovviamente non vi diciamo neppure sotto tortura il nome delle MDD che secondo noi non raggiungono tassi condivisibili di qualità. Ma se proprio insistete…

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

Ci sono limiti al personal branding nel Retail?

Siamo abituati a vedere il nome di Donald Trump su palazzi importanti di Manhattan, alberghi di lusso e merchandising di vario genere. Con la cioccolata del Presidente però, si va oltre, portando sugli scaffali il peso delle istituzioni.

Conviene ancora aprire Pet Store?

I Pet Store hanno avuto un veloce sviluppo, dettato anche dall'impegno diretto di importanti fondi d'investimento. Quali caratteristiche devono avere, però, per rappresentare ancora oggi un buon modello da sviluppare?

Tempi duri all’orizzonte: Fotografia del cliente moderno.

Il PIL cresce poco, la produzione industriale cala e la sfiducia è alle stelle. Come si traducono questi elementi nei comportamenti di spesa e quali carte vincenti può giocarsi il retail?

Il RetailMedia è solo un altro modo per bombardare gli utenti?

La crescita del Retail Media è inarrestabile. Centromarca e Wavemaker presentano uno scenario che mostra un trend positivo. Siamo sicuri però che questo strumento rappresenti il miglior investimento di marketing possibile?