Original Unverpackt-Berlino: e fare un negozio di sfuso bello, no?

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Original Unverpackt-Berlino: e fare un negozio di sfuso bello, no?

Novembre 2017. Di Original Unverpackt a Berlino avevamo già scritto qualche anno fa. La visita di persona però è diversa, scompare l’enfasi dei comunicati stampa e delle opinioni altrui.
 
Ecco le risultanze di RetailWatch.
 
La location
Il negozio è ubicato in Wiener strasse, 16, nel quartiere di Keuzberg. Multiculturalità accentuata, reddito basso, un quartiere dove i giovani sono onnipresenti.
 
La storia delle fondatrici
Le due fondatrici Sara Wholf e Milena Glimboski hanno raccolto i fondi necessari al lancio sulla piattaforma Startnext per raggiungere i 45 mila euro di base per l’apertura, dopo di chè la loro vita è stata in discesa.
 
Il negozio, l’assortimento e i servizi
A distanza di due anni, e dalla retorica dell’apertura concessa da molti giornali, la visita rivela molti limiti nel modello commerciale e economico a dottato.
 
L’ambientazione è molto spartana e, se possiamo dire, poco accurata. Ovviamente è una scelta, ma da come si presentano i prodotti, le attrezzature che si adottano, il consumatore costruisce una propria idea di come funzioni e di cosa offra il negozio. Senza scomodare il brutto termine experience (ormai banale), possiamo dire che non c’è atmosfera e neppure ergonomia. La visita è stata fatta il sabato sera e nel negozio non ci sono ovviamente carrelli: due persone passano a malapena fra gli scaffali e se uno si ferma e magari si inginocchia per riempire un sacchettino o un barattolo, la corsia ha seri problemi di transitabilità
 
L’ingresso dà sul banco di accoglienza-casse, a sx, e sull’ortofrutta, a dx, ovviamente tutto sfuso. Le indicazioni di prodotto e di provenienza sono esaustive senza troppe ridondanze. Da qui in poi incomincia la lunga intersezione di prodotti sciolti e soprattutto di contenitori, di vari modelli e capienza, a seconda delle categorie di prodotto. Il business, infatti è doppio, vendita del contenitore vs vendita del prodotto. Bisogna aggiungere che dopo due anni di apertura la clientela dovrebbe aver capito che deve portarsi il contenitore da casa e, quindi, non dovrebbe essere necessario tenere uno stock così alto di contenitori negli scaffali.
 
Guardate per cortesia il filmato per condividere questo giudizio.
 
Il Negozio Leggero, insegna italiana, del quale abbiamo scritto, concettualmente è eguale, ma ha un’altra dimensione di gradevolezza dell’ambientazione e dei contenitori.
 
Le scaffalature sono essenziali, al limite del banale.
 
Che sicuramente il consumatore abbia una chance per sprecare meno, visto che compra a peso, non significa però dire che è un negozio sostenibile, come molti entusiasti hanno fatto. Il termine sostenibile, già di per sé elastico e affibiato a cose e funzioni e servizi che non sono di certo sostenibili, qui, non si dovrebbe usare, ma è il nostro parere personale.
 
Non c’è la toilette, ma i bar della zona vi ospiteranno volentieri.
 
L’assortimento è di circa 600 referenze vendute a peso e distribuite in ca 120 mq.
 
Original Unverpackt vende anche on line. Paradossalmente il sito ha un’immagine molto diversa e migliore e permette diverse interazioni, ed è anche più facile capire filosofia e posizionamento del brand.
 
La sostenibilità Original Unverpackt, Berlino
Coerenza fra il posizionamento e la sua realtà   4
Distintività e rilevanza versus i competitor   4
Rapporto experience-prezzo   5
Sostenibilità   3
Attenzione alle nuove tecnologie e all’innovazione     5
Attenzione ai millenials   5
Attenzione ai senior   4
Creazione di una community   3
Trasparenza   4
 
Scala di valori da 1 a 5, 1 basso, 5 elevato

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