Patto per le città: finalmente qualcosa di nuovo

Data:

Patto per le città: finalmente qualcosa di nuovo

Febbraio 2012. Confcommercio – Imprese per l’Italia, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Associazione Nazionale Costruttori Edili e Unioncamere hanno sottoscritto un “Patto per le città” consapevoli della necessità di avviare un percorso di collaborazione che aiuti a superare la grave crisi che caratterizza la questione urbana italiana.
Una crisi che coinvolge la città e il territorio in tutte le sue articolazioni e richiede l’avvio di percorsi virtuosi e strategici che ci portano a porre in rilievo che la rigenerazione urbana può rappresentare un elemento strategico per la crescita del Paese poiché:

Il  Piano Nazionale per le Città 2012-2017, partito da una dotazione di 224 milioni di euro da spendere nel quinquennio è stata implementata sino a 2 miliardi di euro, facendo afferire, in un apposito Fondo, non solo le risorse per fare rigenerazione urbana, ma anche quelle per l’housing sociale.

La disgregazione delle città, dovuta alla dispersione insediativa degli ultimi decenni e alla separazione fisica e temporale delle funzioni urbane, ha portato, soprattutto nelle grandi periferie urbane, a una diffusa carenza di spazi pubblici di qualità, caratterizzati dall’assenza di servizi e di luoghi di aggregazione.

Una ricerca
La recente ricerca Ance-Censis, aprile 2012, ha rilevato un diffuso malessere degli abitanti delle città italiane: a seconda del fattore critico preso in esame l’insoddisfazione colpisce dal 30 al 50% delle famiglie, mentre l’acuirsi delle problematicità si rileva nei centri con dimensione superiore ai 50.000 abitanti o di cintura metropolitana. Le cause del senso di insicurezza e della difficile gestione della vita quotidiana sono principalmente ritenute:
•    la frammentazione del tessuto relazionale;
•    il degrado territoriale;
•    lo scadimento dell’etica civica;
•    la debolezza delle risposte e dell’azione pubblica di contrasto.

Dalla ricerca emerge che un ulteriore elemento che ha contribuito alla diversa configurazione della città e dei suoi modi d’uso è stata l’espansione di nuove grandi strutture di vendita e intrattenimento nelle periferie urbane.
Nel quinquennio 2005-2010 i ritmi di crescita sono stati i seguenti:
•    superficie ipermercati: +33,1% (da 4,6 a 6,0 mq per 100 abitanti);
•    superficie grandi centri di vendita specializzati: +42,8% (da 5,7 a 8,0 mq per 100 abitanti);
•    numero di multiplex (complessi con almeno otto schermi): +26,9% (da 1,7 a 2,0 schermi per 100.000 abitanti).
La riproposizione in questi cosiddetti “superluoghi” dello spazio pubblico della città tradizionale li rende nuove cornici dell’aggregazione sociale, in competizione con i quartieri urbani e con gli stessi centri storici, caratterizzandosi per ambienti accattivanti e confortevoli, alta concentrazione di funzioni di servizio, attività di animazione e promozione, senso di sicurezza

Scarica le schede tematiche e lo sviluppo del Patto per la città.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

Esselunga e Coop vs Selex nella corsa ai prodotti a marchio.

L'MDD è storicamente in aumento perché la si usa come arma competitiva (contro i discount), utile a fidelizzare la clientela. Quali sono i rischi e le opportunità di tale incremento? I casi Esselunga, Coop e Selex.

La catena di librerie più grande del mondo è chiusa al pubblico. Perché è un problema della GDO.

Il ruolo della GDO nel mercato del libro si assottiglia sempre di più ma invertire il trend è possibile. Vediamo come, analizzando i dati ed un caso di successo.

La GDO ignora un’opportunità da 10 miliardi di euro?

Esistono vari modi, già testati, per vendere all'industria degli spazi pubblicitari all'interno dei negozi alimentari. E se ci fosse un modo più strutturato e profittevole di farlo?

Eataly cambia pelle, accelerando sulla MDD

Eataly è nata dall'intuizione di valorizzare i marchi e le produzioni alimentari degli artigiani. Cos'è cambiato recentemente nella sua strategia? Analizziamo come viene utilizzato oggi il marchio insegna.