
Percezione di prezzo: quando il cliente pensa che siano in aumento
Febbraio 2017. In una recente ricerca presentata a Marca 2017, intervistando un campione di italiani sui processi di acquisto nell’alimentare, GFK ha chiesto loro la percezione che hanno sui prezzi: il 49% ha risposto che sono in aumento.
La ricerca è stata effettuata alla fine dello scorso 2016 quando il panorama dei negozi della GDO segnava deflazione, cioè stabilità e riduzione dei prezzi.
Questa percezione deve far pensare i direttori marketing e vendite del retail alimentare: com’è possibile che un consumatore su due dia una risposta del genere?
I motivi possono essere diversi, ne elenchiamo alcuni:
. Le troppe promozioni
La pressione promozionale non tende a diminuire spinta com’è dalle strategie dell’IDM soprattutto, ma anche dalle insegne della GDO. Questo porta purtroppo a una confusività del prezzo reale, all’interno della quale può esistere una tendenza a pensare che le promozioni nascondano prima o poi un innalzamento del prezzo.
. Gli steacker dei prezzi
I prezzi a scaffale sono anch’essi soggetto a sovra esposizioni di comunicazione e di promozione. Molti indicano gli sconti, altri indicano altre cose: probabilmente le persone possono pensare che questi ultimi siano oggetto di innalzamento di prezzo, soprattutto quando la comunicazione non è precisa come vorrebbe.
. E’ la fiducia il driver degli acquisti
Il rapporto fra le persone e il negozio è regolato da un indice di fiducia. Attenzione a inficiarlo ulteriormente, soprattutto di fronte a quel che sostiene una persona su due: i prezzi sono in aumento. Ovviamente questo aumento se c’è è risibile, o, addirittura non c’è del tutto. Ma vale lo stesso quel che le persone pensano: dopotutto sono loro che acquistano e pagano la spesa. E la percezione conta, eccome se conta. A nessuna persona fa piacere entrare ad acquistare e pensare che i prezzi lievitino senza molta trasparenza!