Ottobre 2019. IRi, integrando le informazioni di vendita con i dati Immagino GS1 Italy, dice che circa il 33% dei prodotti confezionati di Largo Consumo venduti in Ipermercati, Supermercati e Libero Servizio è prodotto in confezioni di plastica rigida o a base di materiale plastico rigido. Se in questa percentuale si includessero anche i filler o le buste di plastica, la percentuale crescerebbe sicuramente, soprattutto nel fresco confezionato. In pratica per ogni 100 euro spesi in media dalle famiglie, 28 sono destinati a comprare prodotti confezionati con la plastica.
L’incidenza varia però a seconda dei reparti di consumo. Infatti troviamo:
. al 1° posto detersivi e detergenti (90% dei prodotti pari al 94% della spesa),
. al 2° posto freschi confezionati (69% delle referenze pari al 46% della spesa),
. al 3° posto le bevande alcoliche (1% dei prodotti, trascurabile la quota di spesa).
La lettura delle confezioni svolta Immagino-GS1 Italy spiega che solo il 4% dei pack di plastica segnala al consumatore che l’involucro è riciclabile. Queste informazioni portano a una share degli acquisti del 14%.
Qualcosa sta cambiando.
Unilever, 3° produttore al mondo del largo consumo con 400 prodotti di varie categorie, dice che entro il 2025 ridurrà l’uso della plastica rigida da 100.000 t all’anno al 60.000 t. Le vecchie confezioni saranno sostituite da plastica riciclabile e riusabile e addirittura compostabile. Queste ultime passeranno da 5.000 t all’anno a 250.000 t entro il 2025. Unilever si impegna anche nel refill: i contenitori rimangono ma si possono riempire nuovamente.
Pensate se questo avvenisse in tutto il largo consumo: IDM, ma anche Marche del distributore MDD. La vecchia plastica rigida deve per forza rigenerarsi, ha fatto il suo tempo.
… la vecchia plastica rigida deve per forza rigenerarsi, ha fatto il suo tempo.”, con il brand “milmil” nel 1999 abbiamo proposto il bagno schiuma in plastica semi-rigida attraverso il PET da preforma, nel 2004 il refill in imballaggi flessibile nel sapone liquido da 2 litri , nel 2014 la “flaconbusta”, imballo sempre in plastica da non utilizzare come ricarica ma in sostituzione della plastica rigida. Piccoli passi che abbiamo visto percorrere da tante aziende in questi ultimi anni.