
Pomodori datterini: meglio IlGigante
Novembre 2014. Tra le numerose osservazioni relative alla nostra survey sulla qualità dei pomodori venduti nella GD di Milano, alcune facevano notare che il pomodoro a grappolo è la varietà posizionata più in basso nella scala, soprattutto fuori stagione. Vero. Questo rende però più interessante il caso, poiché è in questo periodo e con i prodotti più bassi di gamma che è più difficile essere bravi. Egualmente intrigante è tuttavia analizzare un’altra varietà più pregiata: i pomodori datterini.
Secondo una certa versione furono introdotti in Sicilia, nel 1989, dalla società israeliana Hazera Genetics e tale fu il loro successo da alimentare l’idea che fossero un prodotto autoctono. Questo pomodoro deve il suo nome non solo alla sua forma allungata simile a un dattero, ma anche alla dolcezza che lo rende gradito al pubblico femminile in particolare, il quale lo usa per le insalate e spesso lo consuma tale e quale quando è davvero buono.
La qualità
La qualità però costa. Questa è la ragione per cui viene venduto, generalmente, confezionato in formati da 250, 300 e 400 grammi. In questo modo, oltre a valorizzarlo, se ne modifica la percezione del prezzo al kg, richiamando l’attenzione sul prezzo unitario. In genere la confezione è stretta e alta, tranne, tra quelli esaminati, nel caso di Coop che, l’11 Novembre 2014, utilizzava una vaschetta piatta, cioè una di quelle che consentono (come nel caso delle ciliegie pregiate) la visione dettagliata del loro contenuto.
Ciò premesso i campioni acquistati, l’11 Novembre 2014, nel loro insieme, mostravano queste caratteristiche:
- I gradi zuccherini si distribuivano attorno ad una media di 6,6° Brix spaziando da un minimo di 4,6 a un massimo di 9,7.
- Il peso dei frutti andava da 7,2 a 15,5 gr., con una media di 12,1 grammi.
- Le provenienze erano principalmente dalla Puglia e dalla Sicilia.
- La polpa adeguatamente soda, solo in un paio d’insegne risultava più elastica.
- Il PH spaziava da 4,1 a 4,7 con una media di 4,4.
In sintesi
a) comprando un chilo di Datterini in ogni insegna visitata, b) mettendo tutto assieme, c) ricordando il prezzo di ciascun frutto e d) operando una media pesata dei prezzi, NELL’INSIEME:
- il 30% dei pomodori sul mercato con meno di 6°Brix sarebbe stato pagato ad un prezzo medio di 6,2 € al Kg (in cambio di 5,2° Brix medi)
- Analogamente il 70% delle bacche con più di 6° Brix ( 7,2° in media) sarebbe costato 5,8 € al Kg (cioè meno di quelli più insipidi).
Dunque abbiamo un’ulteriore conferma del fatto che, come dimostrato nel precedente articolo, in condizioni di concorrenza largamente imperfetta, i puri prezzi monetari non riflettono la qualità. Ci permettiamo pertanto di ricordare un “teorema” derivante dagli studi sui consumatori:
- Un pomodoro eccellente più un pomodoro scadente (o una mela, o un kiwi ….) non fanno un pomodoro medio, ma, nella sedimentazione del ricordo, due pomodori mediocri! (come dimostra un pediluvio con un piede nell’acqua bollente e l’altro nell’acqua gelata).
In conclusione i nostri complimenti vanno a Il Gigante e al loro fornitore che presentavano Datterini da:
- 8° Brix medi
- PH = 5,5
- e calibro di 9,7 gr
- con polpa soda, “al dente”.
- la loro omogeneità qualitativa: il 68% di prodotto era dentro + o – 0,8° Brix (cioè una St.Dev.)
- e il prezzo di 5,50 € al kg, collocato tra un minimo e un massimo assoluti di 3,92 a 8,72 € o, escludendo il prezzo più alto e quello più basso, (non essendo i prezzi distribuiti normalmente) nel range di 5,50-6,23 €.
Next weeks: Clementine e Pere