U2-Unes chiede lo stabilimento di produzione

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U2-Unes chiede lo stabilimento di produzione

Dicembre 2014. Oggi, giovedi 18 dicembre ecco sul Sole24Ore una pagina di come si fa marketing e comunicazione.
 
Com’è noto le nuove indicazioni del pack e dell’etichetta di prodotto che l’Italia ha recepito dalla Ue hanno dimenticato volutamente di imporre l’indicazione dello stabilimento di produzione.
 
Sono state raccolte firme (etichettiamoci.it, ioleggoletichetta.it), scritti articoli di giornali, migliaia di tweet ma ancora nulla.
 
Un po’ perché le associazioni imprenditoriali e di categoria non se la sentono di intervenire se anche solo un associato dice di non essere d’accordo, un po’ per pigrizia, un po’ per ignoranza, un po’ perché “a da passà a nuttata”, un po’ perché….
 
Mario Gasbarrino, ad di U2-Unes, da circa due anni ha inserito sul lineare dello scaffale uno steacker che indica il paese (l’Italia) o il continente (l’Europa), dove viene indicato il luogo di produzione. Certo: è una strategia di marketing ma anche un system di trasparenza dovuta al cliente.
 
In questi giorni ha insistito con Vito Gulli, Ad di Generale Conserve, sull’indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta. Alcuni retailer hanno sottoscritto la petizione e faranno mettere la dicitura sui pack dei prodotti a marchio. Altri mancano, come le associazioni imprenditoriali e di categoria. E fanno male perché perdono l’opportunità di creare un fronte comune contro l’ignoranza e la prepotenza di alcune lobby che lavorano preventivamente. Anzi: volutamente ignorano il problema, come se fosse volontà di singoli e non una logica di servizio e di trasparenza. Altro che consumatore al centro.
 
Ecco la pagine sul Sole24Ore uscita oggi, pagata da U2-Unes.
 
Questa mette il consumatore al centro. E ribadisce la strategia di marketing di U2 e la sua voglia di comunicare controcorrente.
 

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