Whole Food nel centro di Londra con più supermkt
Gennaio 2013. Per chi avesse dei dubbi sul significato di prodotto italiano, genuinamente italiano, consigliamo un giro al Whole Food Market di 20 Glasshouse Street di Londra, superstore aperto lo scorso anno.
Whole Food ha messo a frutto la sua esperienza nella capitale già con l’acquisizione dei 6 Fresh&Wild e successivamente con il lancio del flagship di 63-97 Kensington High Street, su tre livelli. In quest’ultimo impianto al terzo livello la ristorazione, frutto in parte delle elaborazioni di prodotti provenienti dal market, una sorta di allungamento del ciclo di vita dei prodotti, un sistema industriale che la dice lunga sul concetto di supermercato integrato alla ristorazione, o, se preferite, di ristorazione integrato al supermercato.
In realtà lo spazio della ristorazione è principalmente take away e non eat in loco, dato che i tavoli per sedersi sono al livello +1. Solo nella buona stagione si può mangiare all’esterno; comunque non sono replicati, ad esempio, la birreria o il ristorante giapponese.
. La location. Più centrale di così non si può a Londra, anche se Glasshouse Street è un po’ nascosta. All’esterno 15 tavoli per fermarsi a mangiare (proibitivo in diversi mesi) gli acquisti fatti. Turisti a parte è frequentato da un bacino enorme di white collar.
. Il layout. Il corpo non è proprio regolare, una L un po’ storta al livello 0 e un livello superiore con la parte della salute e della bellezza e i tavoli per mangiare, a meno che si voglia mangiare da dissociati, appoggiandosi al lungo tavolo che fa da cornicione con schermi tv, accesi su trasmissioni finanziarie o sportive. Gli ingressi sono 2: quello di sx sull’area dei piatti pronti, quello sulla dx, con l’ingresso vero e proprio e l’accoglienza clienti e le casse.
. L’offerta. A sx i banchi a servizio della gastronomia, i chioschi dei primi e dei secondi a ss, la panetteria, l’ortofrutta, al centro i secchi, sul perimetro i freschissimi. In fondo, prima delle casse e subito dopo il pesce a ss, sulla sx, in uno spazio ben sfruttato un reparto completo che sembra fatto apposta per sfruttare il concetto di italian sound con quell’Antipasti che campeggia proprio all’ingresso e il reparto dei vini. È una bellissima galleria del saper fare italiano, anche se ovviamente ci sono prodotti di altri paesi, ma anche nel banco a servizio dei salumi-formaggi l’Italia gioca un ruolo importante, con tanto di gigantografia di Giorgio Cravero, affineur a Bra (Cn), che si ritrova poi anche sugli scaffali dei secchi. Sono comunque rappresentate tutte le principali cucine del globo, con pesi e accenti diversi, vista la città cosmopolita da servire. Ancora sulla parete verso l’esterno il reparto dei fiori recisi. Al livello +1, come riferito, il reparto bellezza, con alcuni presidi a servizio (come i massaggi).
. Atmosfera e comunicazione. Molte attrezzature sono in legno (da vedere soprattutto l’ortofrutta), ma si integrano bene con le attrezzature per la refrigerazione e le scaffalature e, soprattutto con il system di comunicazione adottato. L’idea nei banchi assistiti e in tutta l’area dei banchi del take away del pronto è quella del mercato e alcune soluzioni sono indovinate.
. Prezzi. Adeguati.
. Toilette. Al momento della visita in ordine.
Eppure manca qualcosa: sicuramente la parte di ristorazione assistita che nel flagship è ben manifesta, ma anche nella bellezza l’offerta sembra quasi incompiuta. Assente il non food.
Punti di forza
Location, Offerta incentrata sul pronto e sul fresco, Cucina multietnica, Ortofrutta, Bellezza, Personale ben disposto
Punti di debolezza
Area di sosta interna non adeguata, Altezza delle scaffalature del secco.
La sostenibilità di Whole Food Market, Glasshouse Street, Londra
Impatto ambientale 2
Solidarietà 4
Legami con il territorio 5
Naturalità 5
Organic-bio 5
Artigianalità 4