Forse sarà il caso sia per la GDO sia per l’IDM di disinvestire da promozioni così alte

Data:

Giugno 2020. Dice la società di ricerche IRi che dopo anni di deflazione o al massimo di crescita zero dei prezzi, nei primi mesi del 2020, ed in particolare a partire dall’ultima settimana di Febbraio, si è assistito ad una ripresa dell’inflazione nella GDO, con un aumento dei prezzi medi al sell-out pari al +2,6%.

Questo dato, tuttavia, non è dovuto tanto ad un aumento generalizzato dei prezzi di vendita al pubblico delle singole referenze, ma è piuttosto l’effetto combinato da un lato del calo della pressione promozionale e dall’altro dell’evoluzione delle quote dei canali di vendita, con un rafforzamento soprattutto della prossimità dove, come è noto, i prezzi sono mediamente superiori a quelli degli altri canali, a parità di referenze.

A livello di reparti, i prezzi medi sono aumentati soprattutto nella Cura Casa e nel Fresco confezionato (PI), mentre sono rimasti sostanzialmente stabili nelle Bevande e nella Cura Persona.

La pressione promozionale è calata mediamente di 3 punti percentuali (da 25,5% a 22,5% tra la fine del 2019 e il periodo «progressivo Covid», ma i cali più importanti si sono registrati al Sud (-3,5 punti), nei Supermercati (-3,9 punti), nei reparti delle Bevande (-3,8 punti) e del Freddo (-4,1 punti).

La relazione diretta tra calo della pressione promozionale e aumento dei prezzi medi è molto evidente se si pensa che questa è verificata (nel periodo «progressivo Covid» rispetto allo stesso periodo 2019) per il 49,7% delle categorie, che rappresentano il 66,6% delle vendite complessive.

Peraltro, a questa dinamica si è aggiunta anche quella di un (lieve) calo della profondità media degli sconti praticati in occasione delle promozioni, soprattutto nei canali dei Supermercati e dei punti di vendita di Prossimità, ovvero quelli dove si sono registrate le dinamiche di crescita delle vendite più favorevoli.

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