Brendolan-Selex: dopo il prezzo ecco i servizi

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Brendolan-Selex: dopo il prezzo ecco i servizi

Gennaio 2013.  Continua la crescita del Gruppo Commerciale Selex che nel 2012 fa registrare un aumento del + 3,8% sull’anno precedente, con un fatturato di 8.720 milioni di euro. Questo risultato conferma il posizionamento di Selex tra le maggiori catene distributive italiane, già terza in classifica a giugno 2012 grazie ad una quota di mercato del 10,1% (fonte: SymphonyIRI).

La flessione dei consumi familiari non ha impedito a Selex di continuare a crescere, in controtendenza con il mercato tanto che nei primi 10 mesi del 2012 i dati Selex relativi ai soli ipermercati e supermercati a parità di punti vendita col 2011  hanno fatto registrare un aumento dello 0,5%, contro il – 1,2% del mercato.
Va sottolineata la forte crescita dei prodotti a marca commerciale Selex, + 16% nel 2012, che ha permesso di raggiungere una quota rilevante sul totale dell’offerta al consumo.

“Non abbiamo rinunciato alla voglia di crescere  – dichiara Dario Brendolan, presidente di Selex – ed anche in un periodo così critico per i consumi, gli investimenti previsti per il 2013 sono particolarmente importanti. La nostra vera risorsa sono il coraggio e la competenza degli imprenditori del nostro Gruppo che hanno fiducia nel successo delle scelte effettuate e credono nel futuro dell’Italia”.

Nel 2013 Selex raddoppia gli investimenti:  225 milioni di euro per l’apertura di 70 nuovi punti di vendita e per la ristrutturazione di 78 unità preesistenti, assumendo 1.150 nuovi addetti ed arrivando ad un fatturato previsto di 9.050 milioni di euro, con una crescita programmata del 3,8%.

RetailWatch ha approfittato della disponibilità del presidente di Selex per fare il punto con lui sulle strategie ma anche gli scenari che si presentano per il gruppo distributivo multi-insegna e multi-canale.

Signor Brendolan: a giudizio di RetailWatch il futuro delle centrali associative della distribuzione sta cambiando: quale ruolo avranno nel prossimo futuro e quali servizi erogheranno? Mi perdoni la domanda lapidaria: avranno un futuro?
 

Il gruppo Selex negli ultimi anni ha ampliato il proprio ruolo affiancando al tradizionale supporto commerciale alcuni servizi importanti per le imprese socie che, per dimensione organizzativa, hanno necessita’ di fare gruppo e collaborare tra di loro.
Secondo me, le centrali hanno un futuro perche’ ci sara’ sempre bisogno di ottenere sinergie, commerciali e non commerciali, e perche’ la condivisione di competenze ed esperienze attraverso il confronto e’ indispensabile per le aziende imprenditoriali, quale che sia la loro dimensione.
 
Certo; affrontiamo allora il termine multicanalità che fa parte del vostro dna da sempre: sarà ancora centrale anche nei prossimi anni?
 
Se per multicanalita’ lei intende la presenza di una stessa azienda su piu’ canali e formati distributivi, direi che la questione, e la risposta, sono soprattutto di stampo organizzativo. In questi anni si e’ innalzato il livello qualitativo delle proposte distributive e per competere serve specializzazione, ossia competenze e uomini focalizzati nella gestione delle diverse formule. Purtroppo la specializzazione e’ spesso in conflitto con costi e sinergie per cui bisogna cercare il giusto equilibrio.
 
Allora insisto e le propongo di affrontare la vostra particolarità e caratteristica: una rete di vendita multi-insegna anche nello stesso canale: avrà ancora senso in futuro?
 
Per Selex la priorita’ e’ mantenere gli attuali soci ed attrarre gruppi distributivi di qualita’. Se questo significa avere piu’ insegne nello stesso gruppo e gestire la presenza di piu’ soci sullo stesso territorio, per noi va bene ed avra’ sempre un senso.
 
Signor Brendolan, vista la vostra vocazione multicanale e gli investimenti fatti negli anni scorsi nelle grandissime superfici, pensa di considerare ancora positivi gli investimenti negli ipermercati e nei centri commerciali? L’aria di crisi che tira in quei canali non sconsiglierebbe di disinvestire?
 
Il contesto negli ultimi anni e’ molto cambiato. Soprattutto si e’ ampliata la forbice tra i centri commerciali che continuano ad andare bene e quelli che soffrono cali di traffico e fatturato. Gli spazi per aprire nuovi parchi commerciali performanti si sono ridotti molto e la formula degli ipermercati e’ meno attrattiva per i consumatori. Prima di fare grossi investimenti bisogna riflettere con grande attenzione, fare proiezioni realistiche  e non sempre i conti tornano. Questo non significa disinvestire.
 
La forchetta di attrattività promozionale fra ipermercati e supermercati è molto diminuita negli ultimi anni, vanificando l’intenzione di spesa di molti consumatori. Non sarebbe ora di ridurre promozionalità e pressione promozionale visto che la loro efficacia è diminuita? E quindi ridurre i costi a favore di un aumento dei margini?
 
La questione che lei solleva è complessa. È nostra convinzione che la pressione promozionale la fanno crescere i clienti che sono alla ricerca di risparmio e devono difendere il proprio potere d’acquisto. Noi distributori siamo nella necessita’ di competere, e la concorrenza non manca, per attrarre consumatori e sostenere i volumi. Non vedo proprio spazio per ridurre le promozioni, almeno nei prossimi 12 mesi, e la cosa ci preoccupa molto perche’ le tensioni sui margini sono molto forti.
 
In Francia, e in parte anche in Gran Bretagna, si sta espandendo la formula del drive: il consumatore acquista sul sito internet e ritira la spesa in luoghi prestabiliti, adiacenti agli iper-supermercati. È una formula di vendita sviluppabile anche in Italia?
 
Probabilmente si. Penso che i distributori oggi abbiano un forte bisogno di distintivita’ e questi nuovi canali spostano la competizione dal prezzo al servizio, quindi sono i benvenuti. Secondo me, però, nei prossimi anni vedremo sempre piu’ integrazione dei diversi canali che, con importanza differente in funzione del contesto, sono destinati ad affiancare i punti di vendita.

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