Censis: i consumi mediatici sono polarizzati

Data:

Censis: i consumi mediatici sono polarizzati

Febbraio 2014. Nell’ultimo rapporto Censis picca la distanza tra i consumi mediatici dei giovani e quelli degli anziani, con i primi massicciamente posizionati sulla linea di frontiera dei new media e i secondi distaccati, in termini di quote di utenza, di decine di punti percentuali. Tra i giovani la quota di utenti della rete arriva al 90,4%, mentre è ferma al 21,1% tra gli anziani;
il 75,6% dei primi è iscritto a Facebook, contro appena il 9,2% dei secondi; il 66,1% degli under 30 usa telefoni smartphone, ma lo fa solo il 6,8% degli over 65; i giovani che guardano la web tv (il 49,4%) sono diciotto volte di più degli anziani (il 2,7%);
il 32,5% dei primi ascolta la radio attraverso il cellulare, contro solo l’1,7% dei secondi; e mentre il 20,6% dei giovani ha già un tablet, solo il 2,3% degli anziani lo usa. Si nota qui anche il caso opposto, quello dei quotidiani, per i quali l’utenza giovanile (il 22,9%) è ampiamente inferiore a quella degli ultrasessantacinquenni (il 52,3%).

La voglia di informarsi degli italiani è in crescita, come testimoniato dall’ultimo Rapporto sulla comunicazione del Censis: nel 2011 l’89,8% della popolazione dichiarava di avere consultato una qualche fonte di informazione nella settimana precedente la rilevazione, nel 2013 questa quota è salita al 95,4%. Lo strumento di informazione condiviso da quasi tutti è ancora il telegiornale, che raggiunge un’utenza pari all’86,4% degli italiani (erano l’80,9% nel 2011), così come registrano un incremento le tv all news (35,3%)

Si protrae la fase di difficoltà della carta stampata, sia dei periodici (settimanali e
mensili scendono dal 46,5% di utenza per informarsi del 2011 al 29,6% nel 2013), sia dei quotidiani (la free press ha perso 16,6 punti percentuali in due anni, la stampa a pagamento l’8,5%). In effetti, nel giro di poco più di dieci anni sono più di 2 milioni in meno le copie di quotidiani vendute al giorno. Nelle logiche di accesso alle fonti, nel web prende piede la consultazione dei motori di ricerca che operano anche da aggregatori di notizie, come Google (al 46,4% di utenza per informarsi nel 2013), così come salgono gli impieghi di Facebook (37,6%) e YouTube (25,9%). A un incremento delle app informative per smartphone e tablet (che praticamente raddoppiano l’utenza, attestandosi al 14,4%) e di Twitter (passato dal 2,5% al 6,3%) fa riscontro un calo dei siti web di informazione (scesi dal 29,5% al 22,6%), dei quotidiani online (dal 21,8% al 20%) e dei siti web dei telegiornali (dal 17,4% al 12,9%).
Ma è scomponendo i dati in base alle variabili anagrafiche che ci si rende subito conto di avere davanti tre pubblici differenti, tre tipologie di utenza dell’informazione che hanno tra loro pochi punti in comune, ad eccezione del consumo del mezzo televisivo:
– gli strumenti di informazione preferiti dai giovani d’età compresa tra i 14 e i 29 anni sono i telegiornali (ma la percentuale scende al 75%), seguiti da vicino da Facebook (71%), dai motori di ricerca sul web (65,2%) e da YouTube (52,7%).
Tutti gli altri mezzi sono molto lontani dalla soglia del 50% (eccetto i giornali radio, al 40,2%);
– per informarsi le persone nella fascia d’età di 30-44 anni si servono soprattutto dei tg (87,1%), poi dei motori di ricerca (66,3%), dei giornali radio (62,4%) e di Facebook (51,8%), e non molto lontani sono le tv all news (41,6%) e i quotidiani a pagamento (41%);
– solo i tg (89,5%) e i gr (61,7%) superano il 50% nella fascia d’età tra i 45 e i 64 anni, con i quotidiani a pagamento al 44,8% e gli altri mezzi molto distanti;
– tra gli over 65 la situazione è ancora più semplificata, con i tg al 92,8% di utenza, i gr al 52,1%, i quotidiani a pagamento al 48,4% e il resto dei mezzi molto più lontani.
 

Articolo precedente
Articolo successivo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili

L’MDD Unes centra l’obiettivo?

Abbiamo parlato di come Il Viaggiator Goloso possa rischiare di non stare al passo con i tempi che cambiano. La linea mainstream di Unes, invece, continua ad avere una mission chiara e funzionale agli obiettivi dell'impresa. Visitiamo uno store dell'insegna per commentare gli sviluppi del marchio u!

Il CEO di Sainsbury’s ammette: “Eravamo troppo cari”. Com’è cambiata la strategia del colosso britannico.

Sainsbury's per crescere ha fatto marcia indietro, riportando il suo focus sul core business, ovvero il cibo. Da qui nascono tutte le iniziative utili per abbattere i prezzi, incrementare l'offerta di prodotti e rimodernare una grossa fetta della rete vendita.

MDD Wars, simil Pan di Stelle: Tigros vs Esselunga

La recente faida che ha visto Barilla (Mulino Bianco) protagonista in difesa dei propri biscotti iconici ha dato il via a un confronto sulle imitazioni. Abbiamo scelto due simil Pan di Stelle MDD per paragonarne ingredienti, azienda produttrice, caratteristiche e sapore. I prodotti Esselunga e Tigros sono stati infine necessariamente rapportati ai biscotti Barilla originali. In fondo, la nostra pagella.

Erbert: la startup del food sano, tra nuove strategie digitali e servizi per le aziende

Erbert, startup milanese fondata nel 2020 da Enrico Capoferri, ha intrapreso un percorso di crescita e trasformazione nel settore food retail, focalizzandosi su alimentazione sana, sostenibilità e innovazione.