Dice il TradeLab che il commercio è preso fra vecchio (fiducia) e nuovo (tecnologia). E l’Away from home….

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Maggio 2020. TradeLab ha rilasciato una nuova ricerca sui comportamenti e le aspettative delle persone dopo il #coronavirus.

È un corpus di dati impressionante per gli ambiti che tocca. Dalla sanità, al retail all’Awayfromhome.

Nel testo qui sotto trovate alcune evidenze. Ma potete scaricare l’intera ricerca.

SENTIMENTI E VALORI GENERATI: primi segnali di «stanchezza» e un movimento in direzione di una crescita più «intima» e meno sociale

  • Finiti gli applausi e la musica dai balconi delle prime settimane, è aumentata la consapevolezza circa la natura e la durata di questa situazione.
  • Gli Italiani si sono confrontati con preoccupazioni economiche consistenti, con problemi pratici quotidiani (la gestione dei bambini, del lavoro e delle relazioni a distanza) e qualche calo di tensione psicologica.
  • In questa situazione si è mantenuto elevato il nuovo senso di responsabilità sociale a livello individuale (66%), mentre si riduce il sentimento di orgoglio nazionale (41%, a fronte del 54% nella seconda rilevazione).
  • I due aspetti possono essere collegati e sono coerenti con lo spirito marcatamente individualista degli Italiani, ma rappresentano anche un segnale evidente di stanchezza e di minor fiducia nei confronti delle Istituzioni, soprattutto nazionali a confronto con quelle degli altri Paesi (alcuni dei quali nelle ultime settimane si sono mostrati più rapidi nel mettere in pratiche le azioni di sostegno a famiglie e imprese e a livello europeo hanno «corretto il tiro» rispetto a posizioni inizialmente individualiste).
  • Sia sul primo fronte della «guerra al virus», quello della sanità, sia su quello delle soluzioni politiche e di sostegno economico, è riconosciuto maggiormente il valore degli individui rispetto a quello delle organizzazioni.
  • In particolare più delle scelte politiche, sono probabilmente i tempi e le modalità di attuazione dei provvedimenti (la burocrazia complessa) che possono avere provocato questo sentimento di minore orgoglio nazionale.

COMMERCIO: la Fase 2 tra prossimità, sicurezza sanitaria in store e servizi

  • Con la Fase 2 di convivenza con il Covid-19 permane significativa per i cittadini l’importanza sociale – sia di vicinanza fisica che di relazione con la comunità – del negozio di vicinato (48%) e il ruolo del servizio di prossimità offerto dalle imprese commerciali (49%).
  • Rispetto all’indagine precedente realizzata durante il lockdown si assiste, tuttavia, a un ridimensionamento di tale importanza (-16 punti percentuali), un ridimensionamento che – avendo perduto la componente più legata alla forzata immobilità delle persone e alla emotività (soprattutto nelle regioni del Sud-Isole) – ne evidenzia meglio la reale dimensione.
  • Un servizio di prossimità importante come quello offerto dalle edicole durante l’emergenza sanitaria, un servizio che i cittadini frequentatori del canale hanno utilizzato per i loro acquisti e che dichiarano di voler continuare a fare anche in questa nuova fase.
  • Al di là dei protocolli previsti dalle normative, si evidenzia come in questa fase di riapertura delle attività economiche la preoccupazione sanitaria sarà fattore di forte condizionamento nella frequentazione dei punti vendita di vicinato: il 46% dei cittadini dichiara, infatti, che il maggiore elemento di condizionamento sarà rappresentato dalla disponibilità di dispositivi di protezione e di gel sanificanti per i clienti, percentuale che cresce passando dalla Generazione Z a quella dei Baby Boomers.

COMMERCIO: si cerca un connubio tra «vecchio» (fiducia) e «nuovo» (tecnologia)

  • Accanto alla preoccupazione sanitaria emergono altri due fattori che potranno condizionare nel prossimo futuro la frequentazione degli esercizi commerciali: l’adozione di sistemi di prenotazione salta coda (36%) e la relazione di fiducia con il negozio abituale (33%), a sottolineare come i cittadini – in particolare tra le generazioni più giovani – evidenzino nella dimensione fiduciaria e in una gestione digitalizzata del servizio i driver per ridisegnare il modello di business del vicinato.
  • Emerge, infine, la grande preoccupazione dei cittadini nel tornare a frequentare come nel passato i centri commerciali allorquando apriranno al pubblico tutte le attività che costituiscono la loro offerta commerciale complessiva (commercio, ristorazione, servizi e intrattenimento): il 38% delle persone dichiara, infatti, che ridurrà la frequentazione di questi luoghi, soprattutto nelle regione del Centro-Nord.

Consumi AWAY FROM HOME:  diversa normalità e accettazione di «compromessi» per convivere con il Covid-19

  • Emerge una concreta consapevolezza che – al di là di un desiderio anche liberatorio di voler tornare a utilizzare come prima bar, locali e ristoranti – la convivenza con il Covid-19 impone restrizioni sociali e distanziamento fisico, tali da rendere più difficile nel prossimo futuro una frequentazione di questi luoghi fatta di convivialità e di relazione.
  • Solo il 33% delle persone dichiara, infatti, che con la riapertura delle attività tornerà a frequentare questi locali come prima, soprattutto nelle regioni del Nord.
  • Il «compromesso» con la realtà dovuta all’emergenza sanitaria offre l’opportunità di sviluppare e/o rafforzare nuovi servizi come l’asporto, almeno per le attività commerciali in grado di proporre questo servizio. Se da un lato tale compromesso non trova interesse per una quota significativa di persone – il 43% lo esclude nel prossimo futuro come opportunità per qualsiasi occasione di consumo – dall’altro emerge un’attenzione al servizio di asporto legato principalmente all’acquisto di piatti «semplici» (pizza, hamburger) e al momento della cena, con le generazioni più giovani disponibili anche per la colazione (cappuccio e brioches).

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