Milano è al 5° posto nella classifica mondiale delle vie commerciali più costose al mondo

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Novembre 2019 – Via Montenapoleone a Milano si conferma la quinta via commerciale più costosa al mondo, la terza in Europa, secondo i nuovi dati di Cushman & Wakefield, con canoni di locazione tra i più alti in Europa.

Il report annuale “Main Streets Across the World” – http://www.cushmanwakefield.it/en-gb/research-and-insight/2019/main-streets-across-the-world – analizza i canoni di locazione di 448 location in 68 mercati, il numero più ampio da quando il report è stato pubblicato per la prima volta nel 1988. Il report classifica le location sulla base del valore dei canoni di locazione “prime” utilizzando i dati proprietari di Cushman & Wakefield.

Al primo posto nella classifica del 2019 con 25.965 €/mq/anno di canone, si conferma Causeway Bay (HK), mostrando una maggiore resilienza rispetto alle recenti proteste, anche se le prospettive per il futuro rimangono più incerte. New York con la Upper 5th Avenue si posiziona al secondo posto con canoni di locazione a 21.295 €/mq/anno, seguita da New Bond Street dove i canoni di locazione su base annua sono aumentati del 2,3% negli ultimi 12 mesi raggiungendo i 16.222 €/mq/anno.

Avenue des Champs Elysées a Parigi (13.992 €/mq/anno) e Via Montenapoleone a Milano (13.700 €/mq/anno) completano la Top 5. L’aumento più considerevole dei canoni di locazione nella Top 10 è stato registrato da Pitt Street Mall a Sydney, che ha messo a segno +17,9% negli ultimi 12 mesi toccando quota 10.185 €/mq/anno. Cinque vie della Top 10 mondiale sono in Europa, quattro in Asia e solo una negli Stati Uniti.

Darren Yates, Head of EMEA Retail Research di Cushman & Wakefield, autore del report, ha dichiarato: “In termini di performance dei canoni di locazione, i risultati di quest’anno sono incoraggianti e dimostrano la resilienza delle principali location retail. I canoni di locazione nelle principali vie dello shopping nel mondo sono rimasti abbastanza stabili e c’è una maggiore chiarezza relativamente alla direzione che sta prendendo il retail. Tuttavia, si registra una pressione al ribasso sui canoni di locazione in molte delle location più deboli, in particolare nei mercati più maturi di Europa e Nord America.

“Le vendite online continuano ad aumentare in tutto il mondo e sebbene si discuta molto delle sfide che Internet pone agli store tradizionali, il rapporto tra i due è più complesso di quanto non sembri. Anche se la quantificazione del valore dello store è diventata più difficile, il negozio rimane un importante punto di contatto per il consumatore e genera vendite in-store e online, rappresentando una sorta di showroom e creando una più ampia presenza del brand, il cosiddetto “halo effect”. I retailer di maggiore successo saranno quelli che sapranno meglio integrare le loro attività fisiche e online per creare una brand experience positiva e senza soluzione di continuità per gli acquirenti”.

A livello europeo, è New Bond Street a guidare la classifica davanti a Parigi e Milano, con la Bahnhofstrasse di Zurigo a 8.195 €/mq/anno e la Kohlmarkt di Vienna a 4.860 €/mq/anno che completano la Top 5. La Grafton Street di Dublino con 3.794 €/mq/anno è in settima posizione tra le prime 10 vie europee. Tra le Top 10, la Ermou di Atene ha registrato il maggiore aumento dei canoni di locazione (+14%), toccando quota 3.420 €/mq/anno. Nel complesso, i canoni in circa il 70% delle location in Europa sono rimasti stabili o sono aumentati rispetto allo scorso anno. Tuttavia la polarizzazione è evidente tra i mercati più consolidati dell’Europa Nord-occidentale e dell’Europa meridionale, centrale e orientale, dove l’offerta moderna è inferiore e le vendite online devono ancora decollare.

Thomas Casolo, Head of Retail di Cushman & Wakefield Italia, ha aggiunto: “Oggi anche nelle vie del lusso i retailer devono lavorare molto per aumentare o mantenere il numero di clienti, sempre alla ricerca di una destination o un’attrazione che sia parte della loro brand experience. Questo significa aggiungere altri servizi, offrendo ristorazione o attività di intrattenimento. Un trend crescente, perché l’obiettivo di retailer e proprietari nel futuro sarà sempre di più quello di aumentare il footfall e far crescere la permanenza media nei negozi”.

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