MyBusinessCibus è un nuovo database delle Fiera di Parma di 200.000 sku per incontrare i buyer

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Maggio 2020. Le fiere al tempo del #coronavirus: tutto da ripensare, forse anche il modello di business. O, meglio, adattarlo, con sacrifici e con un nuovo sistema di marketing.

Fiera di Parma e Cibus si sono allora inventati MyBusinessCibus. Alla base un gigantesco data system di 200.000 prodotti di 3.000 aziende espositrici (ma non solo), indicizzati (da una società software di Cibus) per far trovare il prodotto-Sku immediatamente in tutti i principali motori di ricerca dell’on line. Si tratta in pratica di varie possibilità di ricerca e matching con l’Authentic Italian Food.

E quindi Cibus-Fiere di Parma rinuncia alla fiera fisica di maggio 2020 dando appuntamento al Forum internazionale sulla ripartenza dell’agroalimentare il 2 e 3 settembre e alla Fiera fisica dal 4 al 7 maggio 2021.

Il forum di settembre

Si terrà dal 2 al 3 settembre 2020 a Parma. Come sono cambiati i comportamenti dei consumatori dopo l’emergenza Covid? Come dovrà essere riorganizzato il lavoro? Come sarà possibile far riprendere produzione ed export della filiera agroalimentare? Operatori del settore ed esperti italiani ed internazionali si incontreranno per un confronto a più voci sugli scenari futuri. Sarà un evento sia fisico sia digitale che si terrà nel quartiere fieristico di Fiere di Parma, in un padiglione appositamente modulato e strutturato per accogliere, in maniera sicura e nel rispetto dei più avanzati standard safe&security, un numero ristretto di ospiti e key speaker. Cibus Forum sarà trasmesso anche in diretta streaming.

Il tutto è stato presentato in una conferenza stampa virtuale soddisfacente sia sul piano tecnologico sia sul piano dei contenuti. Interrogato da RetailWatch il Presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, ha sottolineato che molte cose stanno cambiando e cambieranno nel futuro, sia per i clienti della GDO sia per quelli dell’Horeca, il settore più colpito dal #coronavirus: “Le vendite della GDO italiana, infatti, coprono i costi di struttura. I margini, come sanno bene gli operatori del largo consumo, vengono fatti dall’Horeca e dalle vendite all’estero”.

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