Ultima moda per distruggere valore e margine: il taglio prezzi nell’ortofrutta. Il caso Alì

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Novembre 2019. C’è un’altra emergenza oltre a quella di Venezia e del Mose per contenere l’acqua alta: è il taglio prezzi dissennato sull’ortofrutta, anche di nicchia, come RetailWatch vuole denunciare. Dopo aver dissestato lo scatolame dove ormai i margini sono ridotti al lumicino, i retailer veneti si stanno affrontando a suo di sconti nell’ortofrutta.

Come la business community sa bene il territorio veneto è un po’ il triangolo delle bermude dove avviene tutto e il contrario di tutto. C’è chi fa every day low price (Tosano) e chi fa promozioni indiscriminate, accettate questa definizione: senza senso.

Qui sopra avete un esempio illuminante di promozioni nell’ortofrutta, addirittura nel radicchio.

Ambrosetti ha documentato nelle sue ultime ricerche che molte promozioni non sono affatto richieste dal consumatore. Sono frutto di ragionamenti a freddo per fare concorrenza e fare male al concorrente. Peccato che in questo modo si distrugga valore e marginalità.

Questa case history è stata fatta nel negozio Alì (Gruppo Selex) di Mestre.

. Alì non ha certo bisogno di aggredire il mercato in questo modo, si sta solo difendendo, sta difendendo un reparto cruciale come quello dell’ortofrutta dai tagli prezzi altrui.

. Per dimostrare l’entità del taglio mette il prezzo di partenza barrato e il prezzo di vendita. I prezzi fotografati sono tutti inferiori all’euro e l’entità dello sconto è variabile ma arriva anche al 60%.

. Non è affatto un bel vedere. Carlin Petrini di Slow Food ha un bel sgolarsi a dire che va salvaguardato il lavoro della terra. Lo studio Ambrosetti ha un bell’ardire a sostenere che la filiera agroalimentare va salvaguardata, va difesa la sua identità e la sua creazione di ricchezza.

Chissà cosa penserà il consumatore di questi taglio prezzi: sono tagli che difendono:

  1. La qualità?
  2. La marginalità?
  3. Il brand dell’insegna?
  4. Il portafoglio del consumatore?
  5. O penserà che c’è una insana follia nelle insegne della GDO veneta?

Propendiamo per la risposta numero 5.

E voi?

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