Censis: sono i negozi a rappresentare la vicinanza

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Censis: sono i negozi a rappresentare la vicinanza

Febbraio 2013. Una recente ricerca di Censis per Coldiretti spiega e approfondisce il concetto di vicinanza. La dimensione localistica quotidiana, la prossimità per gli italiani sono legate a cose concrete, è una sorta di comunità materiale funzionale che gli consente di avere a portata di mano beni e servizi considerati essenziali per la propria vita.
Per enucleare il set fondamentale di beni e servizi che compongono questa comunità funzionale è stato chiesto agli intervistati di indicare le attività che essi e le rispettive famiglie realizzano nel raggio di 15-20 minuti a piedi dalla propria residenza; in tale raggio ravvicinato la maggioranza degli intervistati fa la spesa alimentare, quella quotidiana, solita (oltre l’85%), svolge le attività spirituali (il 76,6%), ha il proprio medico di medicina generale (71,6%), fa la spesa non alimentare 65,6%), ha la scuola per i figli o i nipoti (65,2%), dispone di servizi sanitari come laboratori di analisi, ambulatori (56,9%) e dei luoghi in cui praticare la cura del corpo (dalle palestre alle piscine ai parchi per fare jogging ecc.) (54,2%).
Quelle citate sono le attività che una maggioranza di italiani svolge dentro un raggio breve percorribile a piedi in un massimo venti minuti, mentre altre attività come il lavoro o significative per la qualità della vita come la fruizione culturale e il volontariato, sono svolte in un raggio più ampio di spostamento.
L’ampiezza del luogo di residenza incide sulla distribuzione sul territorio di alcune attività, e in particolare per i servizi sanitari, le attività di cura del corpo e quelle del tempo libero di tipo culturale, che per i residenti nei comuni più piccoli sono posti a distanza maggiore.
Pertanto, negozi alimentari e non, scuola, medico, parrocchia e palestra sono i pilastri che definiscono il contesto ravvicinato degli italiani; è invece spezzato il legame tra luogo di residenza e lavoro, perché solo poco più di un terzo degli italiani lavora ad un massimo di venti minuti a piedi da casa.
 

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