Il modello DILP cinese invade l’Italia. Il caso MINISO.

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Come altre catene di no food, anche MINISO sta sviluppando in Italia negozi che vendono tante categorie di prodotti a prezzi competitivi. Approfondiamo il caso di quest’azienda con base in Cina.

Recentemente, su RetailWatch, stiamo approfondendo il fenomeno di catene no food che vendono un vasto assortimento (coprendo tante e diverse categorie) a prezzi tendenzialmente bassi.

Alcune di queste catene sono di matrice europea (pensiamo ad Action o a Pepco), altre, invece , provengono dalla Cina, proprio come MINISO, l’azienda che approfondiamo nell’articolo di oggi. Dalla Cina viene anche Temu, operatore eCommerce di cui abbiamo scritto e che promette di far risparmiare ai clienti mediamente il 46% circa, rispetto agli acquisti effettuati presso altre piattaforme concorrenti.

Il fenomeno MINISO si inquadra, dunque, all’interno di uno scenario più ampio che vede l’organizzarsi in catena del mercato no food di determinate categorie, vendute a prezzo molto competitivo. Già nel 2022, Fashion Network riportava, ad esempio, che l’80% degli articoli venduti presso la catena aveva un prezzo massimo di 15€.

MINISO vende un range decisamente ampio di articoli. Tra le categorie disponibili presso i suoi stores troviamo bellezza e cura della persona, peluches e giocattoli, cartoleria, elettronica (piccoli elettrodomestici e accessori), scarpe e pantofole etc.

I negozi sono spesso e volentieri di dimensione molto contenuta (100/150 mq circa) e, anche qui, come visto presso retailer dello stesso segmento, l’assortimento è estremamente fluido. Andando sul sito di Miniso Italy è possibile, infatti, vedere un’intera sezione (corposa) dedicata ai prodotti entrati da poco in catalogo.

Assistiamo nuovamente, dunque, all’avvento di un retailer che non fornisce un assortimento ampio e profondo in tutte le categorie ma, piuttosto, opportunità di acquisto d’impulso che si adattano ad un cliente di passaggio (pensiamo a centri commerciali, stazioni, aeroporti etc.) oppure che cerca, su internet, qualcosa di specifico verificandone la disponibilità su vari siti (tra cui quello della catena).

Qui usciamo, in altre parole, dalla logica secondo la quale il retailer debba offrire un assortimento abbastanza completo e tendenzialmente statico nelle categorie che tratta, intercettando i bisogni ricorrenti del cliente, ed entriamo, al contrario, in uno schema di vendita per il quale si espone ciò che si ha in quel momento, sviluppando vendite grazie ad articoli che sono, in molti casi, solo temporaneamente disponibili.

MINISO nel mondo

Miniso è un colosso che conta più di 5.000 negozi in circa 100 Paesi. Si tratta di una multinazionale denominata MINISO Group Holding Limited, registrata alle Isole Cayman, con gli uffici di riferimento a Guangzhou (Cina) e le cui azioni vengono scambiate presso il New York Stock Exchange.

Il Gruppo, che si avvale anche della leva del franchising, nel 2023 (A.T. al 30 giugno) ha fatturato 1.58 miliardi di dollari americani. Il Gross Profit, ovvero Vendite-Costo del Venduto è pari al 38.7% dei ricavi. Il profitto prima delle tasse è pari, invece, a 321.8 milioni di dollari.

Il modello di business che prevede un vasto range di prodotti no food a basso prezzo, con un’alta variabilità dell’assortimento potremmo chiamarlo DILP (Despecialized Items with Low Prices). Si tratta di un tipo di business che, comunque, presenta dei rischi.

Sotto la voce “Fattori di Rischio” del proprio report annuale, infatti, MINISO scrive:

Il nostro successo dipende dalla continua popolarità dei nostri prodotti, dalla nostra capacità di innovare e dalla riuscita dei lanci di prodotti nuovi…

Ciò significa che, tale modello, prevede una potenziale fluttuazione importante delle vendite, cosa che anche MINISO riporta nel già citato report dicendo che “il fatturato per negozio ha subito e può continuare a subire, fluttuazioni rilevanti…

MINISO in Italia

In Italia MINISO è arrivata ad avere qualche decina di punti vendita (da Google Maps se ne trovano quasi cinquanta) ma non c’è un’unica società che li gestisce.

Mossi dalla volontà di comprendere semplicemente un conto economico tipo dell’azienda, abbiamo comprato qualche articolo presso un negozio romano della catena, gestito dalla MINISO J&C Srl di cui vi proponiamo i numeri qui di seguito.

La società MINISO J&C Srl, nel 2023, ha ottenuto ricavi per 365.549€. Il margine sui consumi, calcolato con la formula vendite-(acquisti+variazione rimanenze) è pari al 57.8% dei ricavi circa (un dato ottimo).

Il costo del personale incide per il 20.4% dei ricavi mentre il godimento di beni terzi per il 7.5%. L’utile, pari a 27.169€, rappresenta il 7.43% dei ricavi.

Questi dati che, ovviamente, si limitano ad una sola Srl e, dunque, vanno presi “con le pinze” in quanto trattasi di una piccola realtà e non del gruppo, sono però interessanti.

Il margine sui consumi è molto buono, il costo del personale ha un’incidenza percentuale elevata ma assolutamente comprensibile dato che, nonostante i negozi siano piccoli, necessitano di un organico minimo di funzionamento che copra tutto l’orario di apertura.

L’incidenza degli affitti (compresi nella voce godimento beni terzi) non è male assolutamente per il tipo di business, così come l’utile, percentualmente superiore a molti altri formati retail noti. Ovviamente, permangono i rischi circa il mantenimento della cifra d’affari e la profittabilità.

Conclusioni

Come abbiamo scritto in altri casi, solo il tempo potrà dirci quali, tra i formati DILP del no food, darà i maggiori risultati in termini di profittabilità e successo commerciale. Al momento, non possiamo fare altro se non monitorare ciò che succede nel panorama distributivo.

È importante ricordare, però, che MINISO, come altri, va a riempire una domanda generata da consumatori che, per economia stagnante ed inflazione, hanno visto ridursi il proprio potere di acquisto e, dunque, guardano costantemente ad articoli alternativi che possano mantenere le performance di quelli a cui sono abituati ma a prezzi inferiori.

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