Conad & le fenici del commercio: Il caso Capodrise.

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Dove Carrefour anni fa ha chiuso un suo ipermercato, Conad ha aperto un super store molto frequentato, inserito in un contesto estremamente commerciale. Il problema, quindi, non è nella location ma nelle pratiche di gestione.

Negli ultimi anni, ogni volta che una grande superficie alimentare falliva in una determinata location, si trattasse di iper o super store posizionati magari all’interno di centri/parchi commerciali, la colpa veniva subito data alle mutate condizioni di mercato.

In sostanza, secondo le stesse aziende di supermercati che gestivano tali superfici, ormai le location in questione erano diventate obsolete perché i clienti non erano più disposti a raggiungere i centri commerciali per fare la spesa.

Seguendo questa logica, bisognava investire prevalentemente nella prossimità, nei negozi di vicinato pensati per posizionarsi a poche centinaia di metri da dove abitano i clienti, offrendo loro la possibilità di effettuare piccole spese ricorrenti.

In altre parole, se un ipermercato o un super store, alla fine, chiudeva, si pensava fosse l’unica alternativa possibile. Era il mercato ad imporre le regole e l’azienda che decideva di tirare giù, definitivamente, le insegne, non poteva che operare in tal modo.

Un caso emblematico di questo processo è rappresentato dalle scelte effettuate, tra gli altri, da Carrefour Italia la quale, dapprima commercialmente forte nelle grandi superfici, ha deciso nel tempo di dedicarsi sempre più alla prossimità con format quali i Carrefour Express ed i Carrefour Market, cercando al contempo di spostarsi sul franchising di modo da evitare proprio la gestione diretta della rete.

Oggi però ci poniamo una domanda, ovvero: “Siamo sicuri che tutte le location di grandi dimensioni lasciate da player come Carrefour fossero poco valide?

Il caso Capodrise

Il 25 aprile 2025, intorno alle 11:15, abbiamo visitato il Conad Super Store di Capodrise, in via Retella, inserito all’intero del Parco Commerciale Maximall. La scelta di questo punto vendita non è casuale. Infatti, il Conad in questione insiste su una location che Carrefour ha abbandonato.

Al momento della visita abbiamo fatto fatica a trovare parcheggio per il numero di vetture presenti, segno che il Parco Commerciale è decisamente frequentato.

Le scelte effettuate, a livello commerciale, sono state tutte azzeccate perché hanno permesso ad un centro sostanzialmente dismesso di riacquisire vita e di performare al meglio. Le riepiloghiamo in breve qui sotto:

  • È stata eliminata la galleria negozi prospiciente l’ipermercato al quale si poteva accedere solo dopo essere passati davanti alle altre attività. Oggi, quindi, è possibile entrare nel super store direttamente dalla strada, cosa che accade anche per Tecnomat, Maury’s, il bistrot ÈSquisito (accanto a Conad) e McDonald’s.
  • Il centro è popolato da attività attrattive e complementari. Conad si specializza nel food, Maury’s copre con successo le esigenze del mercato drug, Tecnomat è un leader del fai da te e le insegne di ristorazione citate consentono ai clienti di poter pranzare o prendere uno snack al volo dopo aver fatto la spesa. Non a caso, il bistrot limitrofo al super store, durante la nostra visita, era molto frequentato.

Dalle foto non è visibile ma, distaccato dal corpo principale del centro, c’è un retailer generalista no food chiamato “EuroStore” che aiuta, comunque, ad incrementare l’affluenza verso l’area commerciale.

L’immagine qui sopra, scattata ad agosto 2017, ci mostra come si presentava il centro prima della riqualificazione che ha portato all’apertura di Conad e delle attività già citate. Guardando oggi il successo commerciale di questo luogo ci risulta difficile pensare che, per anni, sia rimasto completamente abbandonato.

L’interno del Conad

Il negozio rappresenta il trionfo dei freschi. Si entra in ortofrutta con la pescheria subito sulla destra, appena dopo un’area adibita alla vendita di piante e fiori. Sembra di tornare indietro nel tempo a quando si prediligevano le produzioni fatte in store. Vediamo, ad esempio, un’isola refrigerata davanti alla pasticceria servita con l’indicazione “preparato da noi”.

Ricordiamo che il vecchio layout del Carrefour di Capodrise aveva tutti i freschi al fondo e l’accesso era sulle stagionalità del no food e sul non alimentare in generale. Tale sistema di layout è stato successivamente abbandonato dai player qualificati con l’arrivo dei category killer che hanno presidiato in modo importante le merceologie del bazar, del tessile e dell’elettronica.

Il punto caldo, ovvero la gastronomia dove è possibile acquistare preparazioni pronte da mangiare o da scaldare, è decisamente ben fornito. Abbiamo acquistato sette prodotti per testarne la qualità, nello specifico: melanzane alla parmigiana, carne alla pizzaiola, pollo arrosto, peperoni, melanzane a funghetto, roast beef e ciambottina (peperoni, zucchine e melanzane). Il responso dei nostri cinque tester è stato estremamente positivo.

La macelleria è self, con laboratorio visibile per la clientela, i salumi e i formaggi vengono invece venduti presso una grande isola centrale, posta davanti alla cantina molto ben caratterizzata. Il personale dei freschi serviti è risultato cordiale, disponibile e customer oriented.

Abbiamo poi notato che Conad ha voluto dedicare una parte del negozio agli articoli secchi acquistabili sfusi, visibili nell’immagine qui sotto. Le fortune di questo metodo di vendita sono alterne perché non sempre è comodo per i clienti acquistare tali prodotti. Non tutti, infatti, hanno dimestichezza con i dispenser.

È anche vero però che, dopo un periodo inflattivo come quello 2020-24, può risultare comodo risparmiare acquistando referenze che, vista l’assenza di imballi, presentano un prezzo vantaggioso.

Molto interessante anche la caratterizzazione della profumeria che sembra veramente uno Shop In Shop. In questo Conad richiama con successo le nobilitazioni presenti negli ipermercati. La Parafarmacia Conad, invece, risulta staccata dal negozio, essendo dotata di un ingresso indipendente.

Ultima nota di merito è per l’angolo dedicato al sushi: ben fornito, con prezzi accessibili e dotato di un piccolo banco riservato agli assaggi disponibili per i clienti.

L’unica pecca riscontrata nel negozio, invece, risiede nella leggibilità a scaffale. In molte occasioni, infatti, i frontalini elettronici applicati sono decisamente troppo piccoli e, quindi, rischiano di non rendere agevole per i clienti la lettura di alcuni dettagli dei prodotti come, ad esempio, i prezzi al Kg.

Per quanto concerne l’esterno, facciamo notare che, in prossimità dell’entrata, l’assenza di strisce pedonali rende rischioso l’attraversamento da parte dei clienti.

Le fenici esistono, anche nel commercio

Il Conad Super Store di Capodrise, aperto in una location che Carrefour ha chiuso, è grande circa 2.000 mq e proietta un fatturato stimato dai 16 ai 20 milioni di euro. Possiamo, dunque, dire che si tratta di un negozio certamente performante.

Qualche cliente storico, presente anche durante il periodo Carrefour, ci dice che il centro è tornato a splendere perché l’offerta è stata integrata in modo migliore ed il Conad, specializzandosi nel proprio mestiere, ovvero nell’alimentare, con un occhio in particolare sul fresco, si è imposto come punto di riferimento per la spesa di tutta l’area.

Soprattutto, ci dicono che all’epoca il punto vendita Carrefour si faceva sempre più obsoleto e l’insegna non investiva nel suo rinnovamento.

Questo caso ci dimostra che quando chiude un negozio non fallisce il commercio ma falliscono le aziende le quali, non riuscendo ad intercettare i bisogni della clientela, affossano le possibilità di una superficie commerciale di restituire i ritorni che è in grado di garantire.

Non a caso, player locali come Sole365 in Campania, il Gros nel Lazio o Tosano al Nord, riescono a far rifiorire location dove prima, altri, avevano definitivamente gettato la spugna.

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