
Al VCR Research Center si è svolto l’incontro “I nuovi sentieri del Pinot grigio”, organizzato in collaborazione con Assoenologi. Il focus: l’introduzione dei vitigni resistenti (PIWI) nella DOC Delle Venezie, tra innovazione, tipicità e sostenibilità.
Si è tenuto lunedì 20 maggio, presso il VCR Research Center di Rauscedo (PN), il convegno dal titolo “I nuovi sentieri del Pinot grigio”, organizzato in collaborazione con Assoenologi e moderato da Lorenzo Tosi, giornalista specializzato in vitivinicoltura e responsabile comunicazione e marketing dei Vivai Cooperativi Rauscedo (VCR). L’iniziativa – nel corso della quale sono intervenuti Yuri Zambon (Direttore VCR Research Center) Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi (Presidente Federdoc), Simone Vincenzi (Università di Padova), Nicola Biasi (enologo), Chiara Peresani (Assoenologi Friuli Venezia Giulia) e Stefano Sequino (Direttore del Consorzio DOC Delle Venezie) – ha segnato un momento di svolta per il comparto e la filiera nordestina del Pinot Grigio, offrendo per la prima volta l’opportunità di degustare, nell’ambito del segmento delle Denominazioni di Origine Controllata (DOC), il Pinot Grigio ottenuto da tagli, cioè assemblaggi, con vini ricavati da varietà di uva c.d. PIWI.
Cosa sono le varietà PIWI?
PIWI è l’acronimo di “Pilzwiderstandsfähig” (in tedesco:resistente ai funghi) e si riferisce a varietà di uva che presentano un’elevata resistenza alle malattie fungine e consentono una significativa riduzione dell’uso di fitofarmaci.
L’obiettivo del Consorzio tutela vini DOC Delle Venezie è quello di inserire nel disciplinare di produzione il contributo delle varietà PIWI, una scelta sostenibile, utile per contrastare i cambiamenti climatici, che va incontro ai nuovi modelli di consumo che sempre più tengono conto del fattore sostenibilità.
Dopo gli interventi introduttivi sono stati assaggiati alla cieca da enologi e tecnici, 12 vini, di cui due Pinot Grigio in purezza e dieci vini base Pinot Grigio “tagliati”, cioè assemblati, nella quota del 10%, con vini ottenuti da varietà PIWI, con l’obiettivo di verificarne l’effetto in termini di equilibrio organolettico, riconoscibilità e tipicità del Pinot Grigio.
In particolare, sono state impiegate delle varietà PIWI, commerciali e sperimentali (tra queste Soreli, Kersus, Pinot Iskra e Pinot Regina), selezionate dai Vivai Cooperativi Rauscedo (VCR) e dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN), figlie di varietà già inserite nel disciplinare di produzione della DOC Delle Venezie come, ad esempio, Chardonnay, Pinot Bianco e Friulano.
Un appuntamento che ha avuto un ottimo riscontro da parte dei tecnici e degli enologi i quali hanno preso parte alla degustazione e che assume particolare rilievo per il Consorzio DOC Delle Venezie – a tutela della più estesa denominazione d’origine a livello nazionale e come modello virtuoso di integrazione interregionale della filiera produttiva di Veneto, Regione Autonoma di Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento – oggi impegnato, come sopra accennato, nella richiesta di modifica del disciplinare per includere le varietà resistenti nella produzione del Pinot Grigio DOC Delle Venezie.
Il tema, di particolare interesse per operatori e consumatori, era già stato messo in luce il 12 marzo scorso durante la conferenza stampa alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano “Pinot Grigio DOC Delle Venezie, prospettive per il futuro: innovazione, collaborazione e strategie in linea con il cambiamento” dove il Consorzio ha confermato il proprio impegno ad allinearsi alle esigenze del mercato globale, proponendo l’introduzione di varietà PIWI e, inoltre, una nuova tipologia di Pinot Grigio DOC a bassa gradazione alcolica.
Il convegno-degustazione del 20 maggio si è configurato come un momento tecnico-sperimentale, incentrato su un tema tanto innovativo quanto delicato: quello dell’equilibrio tra tipicità e sostenibilità nella produzione vitivinicola. Come spiegato da Stefano Sequino, Direttore del Consorzio DOC Delle Venezie: “Sostenibilità e innovazione possono e devono andare di pari passo con la tipicità. Il Consorzio DOC Delle Venezie sta lavorando per integrare nel proprio disciplinare di produzione le varietà resistenti, provenienti da incroci con vitigni già autorizzati nella denominazione come Pinot Bianco, Chardonnay e Friulano, al fine di ridurre l’impatto ambientale mantenendo allo stesso tempo la tipicità e l’identità del Pinot Grigio nella DOC più estesa d’Italia”.
Questa recente iniziativa svolta presso il VCR Research Center di Rauscedo si inserisce in un contesto regolamentare in rapida evoluzione, coerente con le nuove disposizioni europee in materia di Indicazioni Geografiche (Reg. UE 2024/1143) che valorizzano le pratiche di sostenibilità.
Il ruolo dei PIWI è infatti oggi al centro del dibattito anche a livello normativo tenendo conto che, a fronte di un’apertura introdotta a livello europeo con il Reg. (UE) 2021/2117 per quanto riguarda la possibilità di utilizzare le uve di varietà PIWI per la produzione dei vini DOC, la legge italiana – emanata precedentemente rispetto al regolamento europeo – non ne consente invece l’impiego.
Continua il Direttore Stefano Sequino “È ormai riconosciuto il ruolo chiave delle varietà resistenti nella risposta al cambiamento climatico. Rimane tuttavia il nodo dell’articolo 33, comma 6, del Testo Unico del Vino, che, nonostante l’interesse enologico e le potenzialità dei PIWI, nel nostro caso impiegati tra l’altro in assemblaggio nel Pinot Grigio, vieta ancora l’impiego di queste varietà nelle DOC. Serve un adeguamento della normativa nazionale per permettere anche ai nostri produttori di competere con le imprese europee che già utilizzano ampiamente queste varietà, come nel caso dei viticoltori francesi per quanto riguarda le Appelation d’origine controlée Champagne e Bordeaux”.
In questa direzione va il Disegno di legge 1152 Patton, che propone di superare proprio queste limitazioni (Parlamento Italiano – Disegno di legge S. 1152 – 19ª Legislatura | Senato della Repubblica).
Il testo mira a consentire l’inserimento delle varietà PIWI nei disciplinari delle denominazioni, uniformando la normativa italiana a quella europea. Il DdL rappresenta una leva fondamentale per favorire la sostenibilità della viticoltura, soprattutto in contesti difficili: dalle zone impervie ai vigneti prossimi ad aree urbane, fino ai territori con forti vincoli ambientali.
Il crescente utilizzo dei PIWI risponde a una necessità concreta: ridurre l’uso dei fitofarmaci e poter fare un passo avanti sotto il profilo ambientale e rispetto al contrasto ai cambiamenti climatici, adottando soluzioni più resilienti in linea con le politiche europee.
Non è la prima volta che il Consorzio DOC delle Venezie si distingue per visione e dinamismo. Già in occasione del forum “Tra nuovi modelli e sfide di mercato” del 25-26 ottobre 2024 a Udine, la DOC triveneta aveva mostrato attenzione alle nuove tendenze, anticipando i tempi con una degustazione alla cieca di vini commerciali e, in anteprima, di quattro bianchi ottenuti da varietà resistenti.
In attesa che il disegno di legge venga discusso e approvato, il Consorzio continua a sostenere la ricerca, la sperimentazione e il confronto. Inoltre il suo ruolo oggi si conferma cruciale non solo nell’avanzare proposte di aggiornamento del disciplinare di produzione, ma anche nel promuovere una semplificazione burocratica e una maggiore agilità nei meccanismi normativi, condizioni fondamentali per accompagnare con efficacia l’evoluzione sostenibile della viticoltura italiana.
I dati del consorzio Pinot Grigio DOC Delle Venezie per approfondimenti
Il Consorzio Tutela Vini DOC Delle Venezie viene costituito nel 2017 dalla comune volontà dell’intera filiera vitivinicola del Nordest d’Italia di creare il più grande modello di integrazione interregionale, includendo in un’unica grande denominazione di origine la Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Trento ed il Veneto.
Con una superficie produttiva di 27.000 ettari ed una quantità pari a 230 milioni di bottiglie – nel contesto di una filiera produttiva composta da 6.141 viticultori, 575 aziende di vinificazione e 371 aziende di imbottigliamento – la DOC Delle Venezie rappresenta oggi l’85% del Pinot Grigio italiano ed il 43% di quello mondiale.
