Conad: 50 anni di passato pensando al futuro

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Conad: 50 anni di passato pensando al futuro

Maggio 2012. Bisognerebbe cercare di produrre di più opere come queste che adesso censiremo perché il futuro è nella nostra memoria. Senza memoria, senza storia non andiamo da nessuna parte, né in politica, né in economia e nemmeno nel commercio. Così ho cercato di approcciare questo “Italiani nel dettaglio”Cinquant’anni di cooperazione tra dettaglianti edito dal Conad stesso e da Contrasto, un editore specializzato in fotografia. I testi sono stati redatti da Italo Mora (giornalista, la memoria) e da Daniele Fornari (professore, il presente&il futuro).

Memoria e futuro
Recensire un libro fotografico di immagini con nomi celebri (addirittura Magnum) è difficile perché ogni fotografia è un testo a sé che racconta per ambienti, persone, cose, una situazione. E siccome le fotografie sono più di 200, commenteremo per capire l’anima del libro del 50° di Conad la più nascosta, quella sotto le ali della copertina, in bianco e nero, che, ironia della sorte è stata censita con una didascalia solo a pag. 66 e 67. È del 1971. Se la guardate bene vedrete che quasi tutte le persone raccolte nel magazzino ingombro di scatoloni di merce su scaffali da ingrosso guardano l’oratore sul palco che, probabilmente sta spiegando il bilancio ai soci Sono attenti e ben disposti con lui (Brasini? Mezzanotte?). È domenica perché tutti sono vestiti da festa, qualcuno ha la pochette. È la memoria di un’associazione di imprenditori che ancora oggi vivono nel magazzino contando manualmente gli scatoloni e le referenze, per non dire degli scontrini, che, mentre girano fra le corsie del loro negozio Conad, raccolgono carta per terrà, spostano referenze messe male, ascoltano il cliente lamentarsi.
La memoria, un mestiere, appunto, il commerciante.

E qual è il futuro? Non ho trovato la fotografia che cercavo nonostante il capitolo dedicato al 2012 fosse ricco di suggestioni, ma un po’ troppo laccato nel casting e poco veritiero. Allora scelgo l’immagine di uno spot televisivo (ahimè) in cui è il negoziante Conad a chiudere, per ultimo, il suo negozio. È lo stesso commerciante ripreso nella fotografia della memoria, quello in bianco e nero nell’assemblea dentro al magazzino nel 1971? Direi proprio di si, il commerciante vero si adatta alle situazioni, non si trasforma. E bada al sodo, senza brillantina sulla testa, raccoglie il pezzo di carta per terra e mette a posto il prodotto fuori posto.

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