I 5 punti di ADM con la politica: paura o una scelta sbagliata?

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I 5 punti di ADM con la politica: paura o una scelta sbagliata?

Dicembre 2017. ADM la lanciato recentemente 5 punti per avviare un tavolo di discussione con la politica e il Governo.
 
Eccoli:
 
L’agire della DMO è guidato da alcuni principi: concorrenza e merito, rispetto delle regole, attenzione alla tutela del potere d’acquisto delle famiglie (con attenzione a quelle più in difficoltà) e uno sguardo al futuro. Sulla base di questi principi le “richieste” della DMO alla politica sono concentrate in 5 punti:

  1. una rinnovata centralità della concorrenza, che veda le norme locali coerenti con quelle nazionali a tutela dei principi di concorrenza previsti anche dalle regole comunitarie e sempre confermate dalla Corte Costituzionale, che garantisca stesse regole semplificate per chi è presente nel mercato con punti di vendita fisici e chi opera solo via e-commerce, che porti all’eliminazione di tutti i monopoli e le rendite e introduca effettiva concorrenza nei settori, come ad esempio nei farmaci e nei carburanti;
  2. pieno rispetto della legalità e certezza del diritto, portando ad una lotta alla contraffazione, a combattere il mancato rispetto delle regole nel mercato del lavoro, a contrastare l’abusivismo e a opporsi all’evasione fiscale;
  3. una politica di rilancio dei consumi, unica strategia per riuscire ad innescare un percorso stabile e strutturato di crescita. Oltre a scongiurare definitivamente l’applicazione delle clausole di salvaguardia sull’IVA, appare indispensabile varare misure volte ad assicurare sostegno alle persone e famiglie con i redditi più bassi e a quelle più colpite dalla crisi; una politica che, abbracciando un respiro più lungo di intervento, affronti anche seriamente il tema della bassa natalità;
  4. interventi mirati a rilanciare gli investimenti e la competitività, affrontando i temi del costo dell’energia, dell’iniquità di un’imposta come l’irap che penalizza le imprese “labour intensive” come quelle della DMO, degli incentivi per favorire investimenti in riammodernamenti e ristrutturazioni delle reti commerciali. Affrontando anche le questioni aperte nel mondo del lavoro, diminuendo l’incidenza del cuneo fiscale, favorendo le politiche attive, aumentando e rendendo strutturali nel tempo gli incentivi per le aziende che assumono in forma stabile e che sono a sostegno del lavoro femminile e giovanile;
  5. la necessità di avere regole semplici e chiare, riducendo gli adempimenti burocratici, accelerando l’attuazione delle leggi, armonizzando e coordinando i controlli a cui sono sottoposti i punti vendita, soprattutto alimentari, da una pluralità di organismi.
Le domande di RetailWatch
RetailWatch ha voluto sentire il presidente di ADM (Associazione della distribuzione moderna) e gli ha chiesto:Perché storicamente, come questa volta, il commercio è diviso? Mancano infatti fra i firmatari Confcommercio e Confesercenti.
  1. L’appello dei cinque punti è rivolto ai politici, perché non estenderlo anche ai cittadini?
  2. I 5 punti mostrano paura di Amazon o è una lettura sbagliata del futuro?
 
Le risposte nel filmato qui sotto.

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