Il tributo di Muhammad Ali a Mandela

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Il tributo di Muhammad Ali a Mandela

Dicembre 2013. Questo è il testo che Muhammand Ali ha scritto per dare un significato alla morte di Mandiba-Mandela, parole per capire il significato di libertà (quella vera), il perdono, il significato di popolo.

Mandela. Un nome. Un uomo. Una missione: salvare una nazione da se stessa.
Pochi uomini nella storia dell’umanità hanno avuto un maggiore impatto su una nazione e sono stati una tale fonte d’ispirazione per il mondo intero.

Mandela.

Ha guidato il suo paese dalla crudeltà dell’apartheid alla gloria di una democrazia multietnica.
C’è mai stato un individuo che ha dato di più a una nazione e a una causa? Solo chi ha sacrificato la propria vita.

Il signor Mandela avrebbe potuto facilmente trascorrere all’estero quei ventisei anni di prigionia, avrebbe potuto protestare contro il male da lontano, al sicuro dalle ripercussioni. Invece no. Se il suo popolo soffriva, lui avrebbe sofferto insieme alla sua gente.

Io ne so qualcosa della protesta. Conosco bene le emozioni e le domande che si agitano nell’animo di chi si ribella a un sistema, pronto ad affrontare qualunque cosa per una causa. Il prezzo del sacrificio personale è alto, ma i grandi uomini perseverano per un bene che li trascende. Il Sudafrica moderno è stato costruito sul sacrificio di Mandela. Tutt’oggi sono ancora sbalordito dal fatto che un uomo possa aver perduto due decenni e mezzo della propria vita e, una volta uscito di prigione, abbia saputo perdonare i suoi carcerieri.

La parola che lo descrive al meglio è un termine in lingua zulu, ndugu: la mia umanità è attraverso di te. Il signor Mandela, nonostante il male che gli era stato inflitto, è stato capace di vedere l’umanità di coloro che l’avevano punito. È stato capace di guardare dentro le loro anime e scorgervi qualcosa che valeva la pena redimere. È una lezione che tutto il mondo dovrebbe imparare: c’è umanità anche nel peggiore di noi. Se solo i leader delle nazioni adottassero questo metodo, regnerebbe la pace in tutto il mondo. Lui ci ha dimostrato che esiste sempre un modo per riconciliare le differenze.

Mentre il signor Mandela camminava verso la libertà, ho pensato a lui in quella cella, coraggioso, fiero e indomito, tenuto in piedi solo dalla forza delle sue convinzioni per tutti quegli anni. La sua incrollabile risolutezza è stata un faro per tutta la nazione, e in quel gran giorno i sudafricani hanno seguito quella luce poderosa e ispiratrice per uscire dall’oppressione.

Poi, sono rimasto stupefatto quando ho scoperto che il signor Mandela ascoltava sempre le cronache dei miei incontri quando era prigioniero a Robben Island. Quella rivelazione così umana mi ha commosso fino alle lacrime. Eccolo lì, un re in esilio, che trova un po’ di conforto ascoltando le mie imprese sul ring. Se avessi saputo che stava ascoltando Ali-Frazier I, probabilmente avrei battuto Joe quella sera. Ero sempre il migliore quando combattevo per qualcosa.

Il signor Mandela è considerato il capo della sua tribù; il suo cognome è Mandiba. Ma rappresenta una tribù molto più vasta. È il capo della tribù del coraggio e del senso di giustizia per tutta l’umanità. In questo secolo non esiste un leader mondiale più significativo, più importante e dal valore più profondo.
Tra un centinaio d’anni risuonerà il suo nome, e da qualche parte un bambino sarà pervaso dal suo spirito, e userà quell’ispirazione per compiere qualcosa di grande. È questa la sua eredità, un sentiero di luce per le generazioni future. Può esserci forse un’eredità più grande di questa?

Per valide ragioni, il signor Mandela è chiamato anche Tata, padre. È certamente il padre della sua nazione. Ma avendo speso la sua vita al servizio degli altri, come combattente per la libertà, come incarnazione suprema del sacrificio di sé, è anche il padre di tutte le nazioni: è Tata del mondo intero.
Rendo omaggio a quest’uomo che è il più grande degli uomini, e mi sento onorato e fortunato per aver vissuto nell’epoca di Mandela.


 

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