Le persone si innamorano di Whatsapp che aumenta del 40% l’utilizzo

Data:

Marzo 2020. Alcuni insights, considerando che i Paesi sono stati raggruppati in 3 stage di sviluppo della pandemia (iniziale, sviluppo, conclamato):

Fruizioni media:

  • Man mano che i paesi si sono trovati più coinvolti nella pandemia, il consumo dei media in casa è aumentato su tutti i canali. Nelle fasi di apice dell’emergenza, la navigazione sul web è aumentata del 70%, seguita dal consumo tradizionale della TV che è cresciuto del 63% e dall’uso dei social media che è aumentato del 61% (rispetto ai normali tassi di utilizzo)
  • In ogni fase della crisi, Whatsapp è l’app che sta ottenendo i maggiori incrementi di fruizione, dal momento che le persone stanno veramente cercando di tenersi in contatto con le proprie cerchie di familiari e conoscenti. Complessivamente Whatsapp ha registrato un aumento del 40% nell’utilizzo.

Nella fase iniziale della pandemia l’uso aumenta del 27% circa, a metà fase del 41% e i paesi nella fase tardiva della pandemia ne hanno aumentato l’uso del 51%. La Spagna ha registrato un aumento del 76% del tempo trascorso su WhatsApp. L’utilizzo complessivo di Facebook è aumentato del 37%. La Cina ha registrato un aumento del 58% nell’uso dei social locali come Wechat e Weibo.

  • Il maggior utilizzo delle app di messaggistica è stato più alto nella fascia di età 18-34 anni. Whatsapp, Facebook e Instagram hanno registrato un aumento dell’utilizzo del 40% principalmente da parte degli under 35.
  • C’è una crisi di fiducia: I canali di notizie tradizionali (programmi televisivi e quotidiani) sono considerati più affidabili e il 52% delle persone li identifica come fonte più “attendibile”. I siti web delle agenzie governative sono considerati affidabili solo dal 48% delle persone, il che lascia intendere che le misure governative non siano in grado di fornire sicurezze e garanzie ai cittadini, nel mondo. Le piattaforme social pagano la perdita di credibilità dovuta ai recenti scandali/fake news e sono considerate come fonte affidabile di informazioni solo dall’11% delle persone.

Fonte: Kantar

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