Il CEO di Morrison’s avverte: il futuro è nella collaborazione Industria/GDO

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Rami Baitiéh, ex CEO di Carrefour Francia, oggi guida il retailer inglese Morrison’s il quale, dopo essere stato acquisito da un fondo di private equity, sta ottenendo risultati significativi. Illustriamo 3 assi fondamentali su cui punta l’AD per il futuro dell’azienda.

Nell’ambito del convegno Linkontro NielsenIQ 2025, tenutosi come da tradizione presso il Forte Village in Sardegna, è intervenuto Rami Baitiéh, ex CEO di Carrefour Francia ed attualmente alla guida del retailer inglese Morrison’s.

Per chi non la conoscesse, Morrison’s è un’azienda che opera con circa 500 supermercati nel Regno Unito, servendo 9 milioni di consumatori a settimana grazie ad una rete di 118.000 collaboratori.

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Nel suo report di fine anno (Full Year), Morrison’s mostra un fatturato di 15.3 miliardi di sterline, in aumento del 4.1% sullo stesso periodo dell’anno precedente ed un Underlying EBITDA di £835m.

Parliamo di una realtà che nel 2021 è stata acquisita dal fondo di private equity Clayton, Dubilier & Rice il quale ha subito provveduto a rimuovere l’azienda dal London Stock Exchange al fine di tornare ad una gestione completamente privata, più snella e dinamica.

La versione di Rami Baitiéh

Rami Baitiéh, entrato in Morrison’s nel novembre 2023, ha le idee molto chiare su quali siano le carte da giocare per assicurarsi di vincere sul mercato. Tra queste, ne segnaliamo 3:

  • Modello EveryDayLowCost
  • Attenzione al ciclo di vita dei prodotti (mode alimentari)
  • Miglioramento della partnership con il fornitore

Procediamo per ordine. Del modello EveryDayLowCost abbiamo parlato in un articolo intitolato “Guardare oltre l’EveryDayLowPrice è possibile” all’interno del quale la dinamica EDLC viene approfondita parlando di Walmart, colosso che la adotta da sempre.

In sostanza, tale processo consiste nell’applicare in continuazione dei sistemi per snellire i costi operativi d’impresa, riversando sul consumatore i benefici derivanti da questa attività attraverso una maggiore competitività dei prezzi a scaffale.

Relativamente all’argomento, quindi, Morrison’s non dice nulla di innovativo ma conferma l’incredibile efficacia della pratica in questione. In quest’ottica, diventa fondamentale saper discernere in modo corretto i costi dagli investimenti, per comprendere quali spese conviene effettivamente limitare e quali, invece, risultano strategiche per l’impresa.

Il tema delle mode alimentari ha un’origine più recente, invece. Sono i social network, infatti, con TikTok in testa, a generare frequentemente nuove abitudini di consumo delle quali i retailer non possono conoscere l’esatta durata, ovvero se siano destinate o meno a persistere nel tempo.

Su RetailWatch abbiamo ad esempio parlato del fenomeno Dubai Chocolate che, negli ultimi mesi ha spopolato grazie ad internet generando vendite ingenti per le industrie che hanno deciso di cimentarsi nella produzione della famosa tavoletta di cioccolato.

Viviamo, in sostanza, in un momento storico dove ad un assortimento ormai consolidato si affiancano dei prodotti In & Out con cicli di vita variabili. Tali articoli vanno attenzionati perché molto ricercati dai consumatori in determinati momenti, ovvero quando ottengono maggiore copertura online.

Possiamo dire, in definitiva, che anche nel food retail le mode, caratterizzate da volumi importanti non sempre ricorrenti, stanno prendendo piede al punto da meritare un’attenzione particolare.

In ultimo, è interessante riscontrare, dalle parole del CEO, come Morrison’s abbia deciso di condividere con i propri fornitori tutta una serie di dati commerciali relativi ai consumatori in un’ottica di collaborazione con l’industria, atta a migliorare i livelli di servizio.

Il CEO di Morrison’s non vede industria e retail come parti contrapposte del tavolo ma come un unico stream o flow che ha l’obiettivo ultimo di soddisfare il cliente. Per tale motivo, una partnership più efficace tra questi attori è necessaria se si vogliono trovare soluzioni comuni, rinunciando ad inutili conflitti.

Il fatto che gli scambi tra un’azienda industriale ed una retail non siano, ovviamente, esclusivi, nel senso che ogni produttore ha più clienti ed ogni retailer ha vari fornitori per le stesse categorie di prodotto, non deve costituire un limite per la collaborazione, da quanto intendiamo durante l’intervento di Baitiéh.

Sicuramente una piena partnership si può raggiungere solo migliorando la trasparenza nei rapporti di fornitura i quali, in mancanza di tale elemento, verranno sempre compromessi, a danno dei consumatori. Forse aspettarsi un futuro più “trasparente” può sembrare utopico ma il caso Morrison’s fa ben sperare.

Consideriamo poi che alcuni nuovi strumenti come l’intelligenza artificiale, oltre alla concentrazione del mercato retail in atto, agevoleranno con ogni probabilità il percorso verso il futuro di cui sopra.

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