Aldi, attraverso la lente del branding

Data:

 

Aldi, attraverso la lente del branding

Maggio 2018. Aldi è arrivato, con piani importanti di espansione territoriale.
Impossibile non fare un’accurata visita, da cui trarre alcune evidenze che riguardano il branding di questa insegna. Iniziamo il “journey”, o l’experience: entri e la prima impressione è quella di un luogo curato, oserei dire “ricco” che molto ricorda i nuovi format Carrefour. Quindi, al primo colpo d’occhio, Aldi vuole essere un discount sì ma gratificante.
Il nero, le scritte a mano da effetto lavagna, il tono di voce che con simpatia porta l’attenzione sulla convenienza: non è forse molto originale ma sa creare un ambiente che trasferisce qualità nella semplicità.
Interessanti i nomi delle linee, sempre solari, positivi e ben radicati nella cultura italiana, come Natura Felice o Regione che Vai  .
I cartoni ci sono e ci ricordano che siamo in un Hard Discount ma vengono usati dal distributore come efficace spazio comunicazionale.
Da notare le linee che uniscono prodotti appartenenti a categorie molto diverse sotto una stessa promessa. E da notare anche le linee a più basso prezzo non firmate dal distributore.
Decisamente debole l’area dei freschi pronti: pochi i prodotti e limitata la valorizzazione all’interno del punto di vendita.
Bene la cosmetica, con linee ad alto impatto a scaffale.
Da notare l’utilizzo come colori secondari del giallo e del rosso che – oltre a dire prezzo – unite al nero dicono Germania: sarà voluto?
In generale, a visita finita, possiamo dire che la prima impressione di un supermercato quasi premium (più che hard discount) tende a stemperarsi nel giro tra gli scaffali. Riemerge la vocazione al prezzo – come giusto che sia – in un buon equilibrio tra elementi razionali ed elementi emotivi. Per i supermercati, resta quasi del tutto libero lo spazio per offrire ai clienti servizio, qualità pronta e accessibile quotidianamente.
Peccato manchi un po’ di originalità: oggi, tanti hanno deciso di adottare un linguaggio dove domina il nero, lo scritto a mano, la simpatia che strizza l’occhiolino.
Lo abbiamo già detto, è Carrefour, ma anche Aldi e recentemente anche Pam che nel suo recente restyling degli spazi ha abbandonato il bianco per farsi anche lui “hipster” come gli altri.
Ma ne varrà davvero la pena assomigliarsi in così tanti? 
 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili

Il CEO di Sainsbury’s ammette: “Eravamo troppo cari”. Com’è cambiata la strategia del colosso britannico.

Sainsbury's per crescere ha fatto marcia indietro, riportando il suo focus sul core business, ovvero il cibo. Da qui nascono tutte le iniziative utili per abbattere i prezzi, incrementare l'offerta di prodotti e rimodernare una grossa fetta della rete vendita.

MDD Wars, simil Pan di Stelle: Tigros vs Esselunga

La recente faida che ha visto Barilla (Mulino Bianco) protagonista in difesa dei propri biscotti iconici ha dato il via a un confronto sulle imitazioni. Abbiamo scelto due simil Pan di Stelle MDD per paragonarne ingredienti, azienda produttrice, caratteristiche e sapore. I prodotti Esselunga e Tigros sono stati infine necessariamente rapportati ai biscotti Barilla originali. In fondo, la nostra pagella.

Erbert: la startup del food sano, tra nuove strategie digitali e servizi per le aziende

Erbert, startup milanese fondata nel 2020 da Enrico Capoferri, ha intrapreso un percorso di crescita e trasformazione nel settore food retail, focalizzandosi su alimentazione sana, sostenibilità e innovazione.

Il Viaggiator Goloso è inciampato?Tutti i difetti di un brand onnipresente.

Il Viaggiator Goloso non è un brand molto comparabile con quelli up market di insegne come Coop e Conad per via della strategia con la quale è stato utilizzato fino ad ora. In futuro, però, rischia di perdere la propria identità, falcidiato dai tempi che cambiano.