Il non food cresce ancora nella GDO, ma non in modo soddisfacente

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Il non food cresce ancora nella GDO, ma non in modo soddisfacente

Settembre 2018. Sono pochi i comparti in cui le quote di mercato delle GSA sono rilevanti sul totale: anche quest’anno spiccano le categorie dei Giocattoli (34,2%) e della Cancelleria (34,2%), nonostante il peso si sia ridotto progressivamente durante gli anni. Si tratta dei due comparti più piccoli del mercato non food e pertanto in valori assoluti le cifre sono, comunque, ridotte. In questi casi gli Ipermercati e i Superstore riescono a sfruttare i grandi flussi di clienti durante alcuni periodi dell’anno (Natale, Back to school, …), intercettandone gli acquisti attraverso ampliamento degli assortimenti e prezzi promozionali.
Sono quattro i settori nei quali le GSA riscontrano nel 2017 un lieve incremento di quote: Abbigliamento e Calzature, Automedicazione, Bricolage e Tessile casa. In tutti i casi con aumenti, comunque, che non vanno oltre il mezzo punto percentuale.
Nel complesso continua, pertanto, la grande crisi che ha colpito il non food all’interno delle GSA. Le cause sono diverse ma vanno ricercate principalmente su tre ambiti: riduzione generale dei consumi nei periodi di crisi, forte pressione concorrenziale delle GSS nell’ambito degli stessi contenitori commerciali e sviluppo progressivo dell’e-commerce e delle vendite digitali in alcune specifiche categorie (homevideo, musica, videogiochi, …).
 
Poca formazione degli addetti
La Grande Distribuzione a prevalenza alimentare ha sempre considerato il non food come un complemento dell’offerta, gestendolo lungo gli assi dell’ampiezza e profondità dell’assortimento, con minimi investimenti sulla formazione del personale dedicato, contrariamente a quanto fatto nel food dove si è capito quanto sia importante coltivare le competenze e i mestieri. Spazi giganti che rimanevano fondamentalmente inutilizzati, visto che il cliente per fare una spesa minima era costretto a fare tantissima strada all’interno delle corsie e perdere tempo all’interno del punto vendita. Tutto questo gigantismo si è rilevato ancora più inutile, quando si è appreso che grazie all’e-commerce esistono infiniti spazi d’offerta all’interno di una piattaforma online.
A fine 2017, le flessioni maggiori di quota riguardano l’edutainment (-0,6 punti percentuali rispetto al 2016) e i piccoli elettrodomestici all’interno del comparto elettronica di consumo (-1,0%). Si tratta di comparti dove per anni gli ipermercati hanno avuto un ruolo rilevante grazie alle proprie offerte promozionali, soprattutto in alcuni periodi dell’anno. L’ascesa dell’e-commerce ha portato la competizione su livelli che mettono le GSA in grossa difficoltà, sia di prezzo sia di estensione dell’assortimento.
Le problematiche evidenziate ormai da anni su queste superfici, anche su categorie che avevano mantenuto un proprio ruolo fino a qualche anno fa (ad esempio i piccoli elettrodomestici), stanno spingendo le aziende a cambiare strategia: in particolare gli spazi vengono sempre più focalizzati su una maggiore profondità degli assortimenti alimentari e su zone destinate a prodotti ready to eat, con aggiunta di aree per il consumo. Nei punti vendita localizzati nei grandi centri commerciali si pensa invece a maggiori trasformazioni: i metri quadrati degli iper lasceranno sempre più spazio alle gallerie commerciali, dove l’offerta di entertainment e consumi alimentari faranno la differenza. 
 
Fonte: Osservatorio Non Food GS1 Italy
 
Scarica qui la tabella dei vari settori delle GSA
 

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