l’IA rivoluzionerà tutto…anche il Retail

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Negli ultimi tempi siamo abituati a pensare all’IA come ad un generatore di immagini più o meno buffe. La verità è che le immagini sono solo una parte di ciò che l’IA cambierà per sempre.

Chiunque abbia letto il libro “Bullshit Jobs” (Lavori del Cavolo) di David Graeber sa perfettamente che già nel mondo pre-IA ci sono moltissimi lavori (generalmente d’ufficio) che, nei fatti, risultano poco necessari o praticamente inutili. Probabilmente, tali lavori sono emersi col tempo, man mano che le produzioni si automatizzavano e le persone si trasferivano in uffici talvolta dedicati a processi i quali, alla fin fine, non apportavano un gran valore all’organizzazione.

L’IA, come ha fatto la già citata automazione delle produzioni e come ha fatto internet, strumento che ha eliminato il “tocco umano” in molti ambiti, contribuirà a sostituire l’apporto delle persone “in carne ed ossa” in molte aree.

Qui però non si parla di politica o di visione prospettica del mercato del lavoro. Come sappiamo, infatti, ogni volta che è arrivata una nuova tecnologia, si è spenta l’esigenza di alcuni lavori ma si è attivata la domanda per nuove figure professionali. Qui parliamo di retail e delle aree che saranno sicuramente impattate, in modo importante, da questi cambiamenti.

Proviamo a pensare a quali impatti possano registrare i seguenti settori:

  • Logistica. L’IA sicuramente aiuterà lo sviluppo della guida autonoma (particolarmente adatta alle tratte ripetitive e percorse a velocità contenuta, tipiche del retail). Sarà l’IA, con ogni probabilità, a calcolare i costi puntuali di ogni singola tratta e ad ottimizzare i carichi per assicurarsi che l’impatto sul conto economico (in %) di tali spostamenti sia il meno importante possibile. Chi fa affiliazione, conoscerà sempre più a fondo i costi sostenuti per servire ogni singolo cliente. Anche la gestione degli stock potrà essere resa più efficiente, migliorando i programmi di riordino automatico già in uso e in divenire.
  • Marketing (Promozioni). Possiamo tranquillamente immaginare un assistente virtuale che non si limita ad analizzare, autonomamente, le performance di vendita ma che, in base agli obiettivi di profitto dell’azienda e ai dati ottenuti sia dai venduti che da altri database resi disponibili governerà praticamente in autonomia le promozioni, impostando il piano promozionale e generando automaticamente i volantini ad esso correlati.
  • Acquisti (Negoziazione). Immaginiamo per un momento un’IA che, sulla base dell’enorme mole di dati elaborata sui singoli articoli (materie prime impiegate, periodo orientativo di produzione, dimensioni dell’azienda fornitrice etc.) sia in grado di fornire ai buyer (o product manager) tutti gli elementi per negoziare al meglio.
  • CRM. Pensiamo anche ad un servizio clienti evoluto che si relaziona con i consumatori finali e con gli affiliati per rispondere a tutte le domande necessarie e fornire servizi, legandosi virtualmente a tutti i dati aziendali.
  • Acquisti (PL). Non mi stupirebbe vedere un’IA che, studiando i trend attualmente in atto e conoscendo gli ingredienti presenti nei singoli prodotti della concorrenza (le immagini dei packaging sono infatti recuperabili online) possa suggerire quali prodotti “costruire” di modo da allinearsi alle preferenze dei consumatori.
  • Analisi dei Dati. Ad oggi esistono un mare di risorse per ottenere feedback che, di fatto, vengono monitorate limitatamente. Gli utenti forniscono recensioni, danno opinioni online in contesti differenti e mutano i propri comportamenti di acquisto. Nel retail gli elementi da attenzionare sono molti (a volte moltissimi) e non sempre si riesce a “stargli dietro”. Cosa succederebbe se ci fosse un’IA che analizza, insieme agli altri dati, le recensioni che lasciano sulla nostra azienda, monitora la composizione del margine, verifica al variare di quali assortimenti ci sono le oscillazioni più rilevanti di performance, il tutto per fornirci soluzioni espresse per comprendere meglio quali prodotti compongono il nostro vero vantaggio competitivo, quali è meglio varino nel tempo e quali, invece, costituiscono lo “zoccolo duro” che dobbiamo sempre detenere, pena una non proporzionale perdita di vendite.

Queste sono solo alcune delle aree che l’IA impatterà ma, ormai a fine 2024, è opportuno attivarsi per cavalcare il cambiamento, piuttosto che prendersi la proverbiale onda in faccia.

L’Intelligenza Artificiale provocherà, molto probabilmente, cambiamenti analoghi (o addirittura più rilevanti) di quelli che l’avvento di internet ha generato dalla fine degli anni novanta in poi.

Valutare di dotarsi di una figura aziendale dedicata all’IA o, comunque, adottare prima di altri le innovazioni di cui sopra, può risultare estremamente proficuo

Valutare di dotarsi di una figura aziendale dedicata all’IA o, comunque, adottare prima di altri le innovazioni di cui sopra, può risultare estremamente proficuo in un mondo (quello del retail) dove la concentrazione del mercato, la scarsità di nuove locations disponibili e l’ingresso nei vari territori di modelli commerciali innovativi, forzano le aziende della GDO a competere sempre di più sul piano dei servizi ai clienti e agli affiliati per evitare di perdere terreno e quote di mercato.

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