Nei meloni è proprio meglio Eurospin

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Nei meloni è proprio meglio Eurospin
 

Giugno 2015. I massimi livelli di dolcezza raggiungibili dal melone retato (Cucumis Melo Reticulatus o Muskmelon in Inglese) sono attorno ai 20° BRIX. I suoi peponidi (i frutti) possono raggiungere il peso di 1,7 kg. Ne esistono di rotondi o allungati. Debbono avere una buccia nodosa, il cui colore vira dal verde al giallo chiaro. Sceglierne uno buono per il consumatore non è facile. La consuetudine più diffusa riguarda l’olfatto che rivelerebbe la bontà del melone.
Se profumato, il frutto è al giusto grado di maturazione. Se, invece, emana un sentore di etere, la maturazione è troppo avanzata. Nei super e negli ipermercati non dovrebbero esserci dei meloni che odorano di etere …e noi tra il 25 e il 27 Maggio 2015 non ne abbiamo trovati!
 
Il profumo è un mito
In realtà, quello del profumo è un mito. La qualità del melone va misurata in modo oggettivo e “scientifico”. I gradi BRIX sono il miglior parametro! AMAGI ha pertanto rilevato i prezzi al kg dei meloni retati, presso 10 insegne dell’hinterland milanese, e ne ha misurato la dolcezza.
A fine Maggio il prodotto (italiano) era all’inizio della sua stagionalità (che dura da maggio a settembre). Tra i benchmark qualitativi internazionali si citano spesso i costosissimi, inarrivabili Yubari King giapponesi. AMAGI ha acquistato, in diverse insegne, meloni con più di 14° BRIX, e dunque, secondo gli standard correnti di mercato, essi sarebbero definiti come “buoni” o “molto buoni”! L’ “eccellenza” prevede più di 16 °B. Ovviamente la diversa componente aromatica è un altro aspetto soggettivo di giudizio.
La peculiarità del melone è la dolcezza della polpa che degrada dal centro (più zuccherino) alla parte vicina alla buccia. Le misurazioni indicate di seguito rappresentano pertanto la media dei prelievi nelle varie parti
Il range dei gradi BRIX presenti nei meloni delle varie insegne che un consumatore della periferia ovest milanese poteva frequentare, variava da 9,3° a 16,2°.
Anche il range dei prezzi si è rivelato ampio. Il ventaglio andava da un minimo di 1,25 ad un massimo di 2,69. In percentuale, vi era cioè una price disparity del 125%! Inoltre, ancora una volta si è evidenziato che la qualità oggettiva non si associa al prezzo richiesto.
 
La scelta dei clienti
Ribadiamo, quindi, un concetto già affermato: i clienti (a modo loro razionali) scelgono il punto di vendita basandosi su un mix di variabili tra cui la qualità, la vicinanza ecc.  e non solo sui prezzi. Ciò spiega perché in alcuni casi essi accettano prodotti di qualità medio-bassa che però sono compensati da altri vantaggi non percepiti dal ricercatore!
Un’ulteriore analisi riguarda il divario nei dati della durezza: quest’ultima spaziava da 0,5kg/cm2 (maturazione molto avanzata) a 5,2kg/cm2. Il penetrometro usato aveva un puntale di 8 mm di diametro!
Il fatto crea allora il sospetto che, in alcune insegne, esista un problema di adeguate rotazioni del prodotto. Se la durezza è troppo bassa, il melone è “stanco” cioè è rimasto troppo a lungo in esposizione. Se la durezza è elevata, ciò significa che il prodotto è fresco. Tuttavia, se mostra pochi gradi Brix, può essere che sia stato colto  ad uno stadio di maturazione imperfetta. Il melone, però, è un frutto climaterico. Può maturare in casa in qualche giorno e prima di essere consumato. Sarebbe quindi utile che, come avviene negli USA,  i nostri retailer dicessero ai clienti quando mangiare il prodotto al massimo delle sue caratteristiche qualitative, al pari di quel che avviene per le banane. 
In conclusione, il nostro “BRAVO!” va ad EUROSPIN che superando la soglia dei 16° BRIX offriva un prodotto formalmente “eccellente”, al prezzo più basso del mercato, ovvero 1,29 euro al kg per 16,2° BRIX.


 

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