Nielsen: gli acquisti alimentari fra salutismo e salute

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Nielsen: gli acquisti alimentari fra salutismo e salute

Luglio 2017. È sempre più importante per i retailer comunicare correttamente ai consumatori come includere cibi salutari nella dieta: il 42% di loro vorrebbe, infatti, ricevere maggiori informazioni in proposito.
 
Nello stesso tempo, i nuovi stili alimentari richiedono un ampliamento delle categorie di prodotto disponibili sugli scaffali della GDO. Tanto è vero che ben un terzo del campione (il 32%) dichiara di avere difficoltà ad acquistare alimenti salutistici nei negozi della propria zona, anche se il 30% si dice soddisfatto dell’assortimento trovato (rispetto al 28% in Germania e Gran Bretagna, 26% in Spagna e 32% in Francia).
 
Questi dati sono tanto più significativi in prospettiva tenendo conto che ben tre intervistati su quattro (75%) sono convinti di voler apportare cambiamenti alla propria dieta, dato sensibilmente superiore a quanto riscontrato in Francia (65%), Gran Bretagna (64%) e Germania (61%).
 
Pur considerando la rilevanza attribuita dagli italiani al tema della dieta, sembra che rimanga ancora spazio per qualche golosità. Il 51% è dell’idea che “ogni tanto” ci si possa concedere alimenti che soddisfino il palato e il 68% accetta l’utilizzo di moderate quantità di zucchero. Per quanto riguarda lo “snack” il 31% preferisce frutta e verdura, mentre il 36% è ancora legato allo snack dolcificato artificialmente. Anche in questo caso, tuttavia, l’allerta dietetica non cessa: il 58% del campione chiede una lista di ingredienti semplici, il 38% è attento alla quantità e alla qualità degli zuccheri, e il 64% ritiene che sia opportuno evitare gli zuccheri aggiunti nel corso del processo di lavorazione.
 
Un’attenzione particolare all’interno della survey di Nielsen è riservata al packaging, vista anche la rilevanza che il tema ha assunto in Commissione Europea dopo l’apertura della procedura d’infrazione contro il governo britannico nel 2014. Il 48% degli intervistati legge le etichette nutrizionali con particolare attenzione, mentre per il 34% sono il mezzo fondamentale per verificare la genuinità degli ingredienti. Le indicazioni riportate sulle confezioni risultano essere utilizzate dal 28% degli intervistati.
 
I dati riscontrati in Italia sono allineati con quelli degli altri Paesi. Oltre a packaging ed etichette, si evidenzia che il 21% degli intervistati dichiara di ricorrere direttamente al parere di medici, famigliari e siti web sulla salute, il 20% fa ricorso a dietologi o a riviste, il 14% a programmi televisivi o alle etichette sugli scaffali, il 10% a blog dei consumatori.[2]
 
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