Soprattutto nell’era #covid ci vogliono più informazioni. Dettagliate

Data:

Settembre 2020. L’informazione sulle pratiche di Sostenibilità delle Imprese sta diventando un tema cruciale per l’orientamento verso uno sviluppo sostenibile.

Dai risultati della ricerca Astarea sugli acquisti sostenibili del 2019, sappiamo che l’assenza di informazioni da parte dei consumatori costituisce un terzo dei motivi per cui non si comprano prodotti “virtuosi”. E che la “notorietà sostenibile” delle Imprese (cioè la share of voice delle imprese effettivamente impegnate nella sostenibilità) è bassissima.

Di qui, nasce questa ricerca presso i consumatori e un’altra, sulle attività di comunicazione delle Imprese, che sarà presentata il 21 Ottobre al Green Retail Forum di Plef, sede Accenture, Milano.

Ambiente e anti-spreco soprattutto

Le informazioni sulla Sostenibilità più richieste riguardano prioritariamente la protezione dell’ambiente e le relative tattiche anti-spreco, in testa riduzione delle emissioni CO2 e la rigenerazione di rifiuti e scarti: quest’ultimo, peraltro, tema abbastanza recente e “caldo” su molti fronti, dalle tecnologie di recupero al product-design.

Forte anche la richiesta che riguarda il ciclo di vita del packaging con l’implicita riduzione dell’imballaggio.

Con l’esclusione dell’informazione sulla qualità del lavoro, abbastanza richiesta, appare meno forte l’esigenza di essere informati su fattori “macro-sociali”, cioè non strettamente legati al processo produttivo: l’impatto sul territorio, la conciliazione tra lavoro e famiglia, le ricadute sulle comunità locali. Soprattutto, le informazione meno oggetto di interesse riguardano la salvaguardia delle tradizioni locali, le donazioni, il rispetto dei diritti.

Richieste diverse ai diversi settori merceologici

I consumatori sembrano abbastanza consapevoli che i diversi settori esercitano un impatto diverso sull’ambiente e sui prodotti: di qui, richieste informative differenziate a seconda delle diverse aree merceologiche.

Se dall’elettronica di consumo si vuole sapere soprattutto come si gestiscono rifiuti e scarti, quanto si utilizzano le energie da fonte rinnovabile, ed anche le pratiche di sicurezza sul lavoro; dall’home care si chiedono informazioni sul delle confezioni e della protezione delle risorse marine e terrestri (i “mari di plastica” insegnano…). Al settore alimentare invece si domanda di informare di più sui controlli delle materie prime e dei processi, sulla qualità del lavoro dei dipendenti, e sulla priorità attribuita ai fornitori nazionali e/o a km 0.

Informazioni diverse per target diversi

I target esprimono esigenze informative in parte diverse che dimostrano atteggiamenti segmentati riguardo la Sostenibilità.

I giovani chiedono più informazioni sulle pratiche di esternalità delle Imprese, piuttosto che sui processi – donazioni, salvaguardia delle tradizioni locali e delle comunità, ma anche sulla qualità del lavoro (in particolare al settore dell’elettronica di consumo) e certificazioni (in particolare agli alimentari).

Gli adulti-anziani invece appaiono più esigenti su tutte le questioni ambientali, ma soprattutto quelle che riguardano il ciclo di vita del prodotto: controllo su materie prime e processi, la questione del riciclo, i fornitori nazionali/km 0, la sicurezza del lavoro e gli stili di vita corretti e salutari.

Queste differenze tra giovani e adulti anziani potrebbero sembrare eccentriche rispetto alle rivendicazione dei movimenti giovanili sull’ambiente, ma non si dimentichi che un conto sono i claim o le manifestazioni di accusa o la moral suasion, un altro la esigenza di acquisire informazioni ritenute importanti per gli acquisti oltre che per la salvaguardia dell’ambiente in termini generali. E su queste tematiche, come i dettagli dei processi produttivi, sono probabilmente sono concretamente più attenti altri soggetti: le persone deputate agli acquisti, quelle che vivono in prima persona la raccolta dei rifiuti domestici, coloro – appunto gli adulti – che nella vita sono stati testimoni dei vari scandali alimentari con le ovvie implicazioni per la salute dei singoli. In ogni caso, a conferma, sappiamo dalle nostre ricerche che solo un terzo dei giovani dai 18 ai 35 anni manifesta una effettiva consapevolezza, e comportamenti correlati, in tema di sostenibilità, e che 1/3 di essi si dimostra totalmente refrattario

Il ruolo chiave dell’ etichetta

L’etichetta, o i documenti di accompagnamento ad un servizi, sono i canali dove ci aspetta soprattutto di incontrare le informazioni sulla Sostenibilità. Luoghi fisici, quindi, e immediatamente accessibili nel percorso di acquisto e di consumo. Staccata di parecchio, l’advertising tabellare sui mezzi classici, o anche su Internet (soprattutto per i più giovani), così come il Sito dell’Impresa. Nettamente meno valorizzati i supporti informativi sul Punto vendita o gli eventi organizzati dall’impresa – con, in entrambi i casi, un interesse molto superiore presso i ceti più benestanti.

Il quadro delle esigenze informative è quindi molto variegato ma lancia alle imprese un messaggio preciso: la necessità di informazione sulla Sostenibilità è molto rilevante, come si era ipotizzato, ma occorre un lavoro strategico e affilato per comprendere e attivare quello che, nell’ambito dell’impegno sostenibile dell’impresa, può portare un effettivo valore aggiunto alle proprie proposte.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili

MDD Wars, simil Pan di Stelle: Tigros vs Esselunga

La recente faida che ha visto Barilla (Mulino Bianco) protagonista in difesa dei propri biscotti iconici ha dato il via a un confronto sulle imitazioni. Abbiamo scelto due simil Pan di Stelle MDD per paragonarne ingredienti, azienda produttrice, caratteristiche e sapore. I prodotti Esselunga e Tigros sono stati infine necessariamente rapportati ai biscotti Barilla originali. In fondo, la nostra pagella.

Erbert: la startup del food sano, tra nuove strategie digitali e servizi per le aziende

Erbert, startup milanese fondata nel 2020 da Enrico Capoferri, ha intrapreso un percorso di crescita e trasformazione nel settore food retail, focalizzandosi su alimentazione sana, sostenibilità e innovazione.

Il Viaggiator Goloso è inciampato?Tutti i difetti di un brand onnipresente.

Il Viaggiator Goloso non è un brand molto comparabile con quelli up market di insegne come Coop e Conad per via della strategia con la quale è stato utilizzato fino ad ora. In futuro, però, rischia di perdere la propria identità, falcidiato dai tempi che cambiano.

Conoscere Costco, il gigante americano alla conquista dell’Europa

Costco non è un retailer come gli altri sotto tanti punti di vista. Analizziamo, nel dettaglio, la catena a stelle e strisce da 249.6 miliardi di vendite che ha aperto nel Vecchio Continente, dal Regno Unito alla Spagna.