La disinformazione-fake news: il caso della Passata Mutti

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La disinformazione-fake news: il caso della Passata Mutti

Maggio 2018. Francesco Mutti, Ad dell’omonimo gruppo alimentare, intervenendo a un convegno di IRi a Cibus, ne parla in modo compassato, ma probabilmente la mattina che un retailer l’ha messo a conoscenza di quanto stava accadendo gli saranno rizzati i capelli.
 

 
Il fatto
Francesco Mutti, racconta, che una bella mattina riceve una comunicazione di una insegna nazionale che ha visionato l’alt del Ministero della salute sulla vendita della Passata Mutti.
 
Francesco Mutti cade dalle nuvole. Si informa e scopre che era stato scaricato dal sito del Ministero un modulo nel quale, riempito in modo fraudolento, si richiamava la Passata Mutti, per vari problemi. Il falso documento è stato fatto circolare via WhatsApp, una piattaforma non tracciata, a differenza di altre e propagato in lungo e in largo.
 
Mutti e il Ministero della salute sono intervenuti rapidamente grazie alla segnalazione del retailer. Francesco Mutti racconta poi che ha chiesto ad alcuni giornali di occuparsene, cosa che non è stata fatta, mentre Striscia la notizia di Canale 5, ha fatto un proprio articolo e resoconto portando la fake news a livello nazionale, ovviamente per smentirla. Nello spazio di pochi giorni l’allarme è rientrato, ma, racconta ancora Mutti, moltissimi consumatori si sono recati nel punto di vendita dove avevano acquistato la Passata e volevano renderla dopo aver ricevuto via WhatsApp il documento di richiamo.
 
Il Ministero ha poi rilevato il modulo di richiesta di richiamo, per la facilità di contraffazione al quale era sottoposto.
 
L’insegnamento di questo caso
Dice Mutti che bisogna monitorare tutti i canali informativi con aziende che lo sanno fare in modo professionale, intervenendo tempestivamente e in modo drastico su quanto accade.
 
Alcune domande dottor Mutti, ce le permetta. Quali sono i giornali che si sono rifiutati di parlarne? Siete risaliti al mittente della fake news? Chi era?

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